La situazione di questi ultimi giorni sull’emergenza sanitaria per il Coronavirus sta mettendo in evidenza un quadro generale di assoluta gravità anche per tutto il settore turistico italiano.
Nell’ultime ore l'Organizzazione mondiale della Sanità ha dichiarato che quella di nuovo coronavirus Sars-Cov-2 non è più un'epidemia ma una pandemia, descrivendo “un nuovo virus che si diffonde in tutto il mondo e contro il quale la maggioranza degli uomini non ha difese immunitarie”. Per il popolo italiano il passaggio a pandemia non cambia molto perché già impegnato a gestire dei focolai con misure drastiche di contenimento tanto da portare il Governo ad approvare un nuovo decreto in vigore da mercoledì scorso fino al 25 marzo che estende l’intero territorio italiano a “zona protetta” con la chiusura di quasi tutte le attività commerciali tra cui anche i bar, pub e i ristoranti, facendo eccezione per le strutture ricettive. E’ ovvio che l’emergenza sanitaria è la diretta conseguenza dell’altra emergenza che ha colpito la principale fonte di economia italiana che è data dal turismo. Cerchiamo di verificare quale siano le conseguenze della pandemia e il ruolo e il peso del turismo sull’economia italiana e, nello specifico calabrese, intervistando il presidente della sezione Turismo di Unindustria Calabria, nonché vicepresidente nazionale dell’Associazione Direttori d’Albergo Demetrio Metallo e il presidente regionale dell’ADA Francesco Gentile.
Presidente Metallo partiamo dai dati nazionali sul turismo e quanto incidono in Italia le attività turistiche in termini di Pil generato e di occupazione?

Questo comparto sta subendo un tracollo e incideva – ormai devo evidenziarlo al passato - per il 13,2% sul PIL nazionale, per un valore economico di 232 miliardi di euro, rappresentando quasi il 15% dell’occupazione totale per 3,5 milioni di occupati.
Lei afferma che l’economia turistica italiana è al collasso. Quale sarà lo scenario nei prossimi mesi?
Uno scenario che avrà ripercussioni negative pur con le dovute rassicurazioni del Governo sulla tenuta dell’economia e sulla perdita di posti di lavoro. Stiamo assistendo alla perdita delle presenze negli esercizi ricettivi italiani che superavano i 428 milioni con una componente internazionale in crescita per il 50% sulle presenze totali. Tutte le aziende del settore, in tutta Italia, stanno registrando livelli di cancellazioni che non hanno precedenti e stanno portando il settore a un blocco quasi totale, che non può, purtroppo, più definirsi a macchia di leopardo. La situazione nelle ultime ore è assolutamente precipitata in tutto il Paese, con ripercussioni anche e soprattutto in Calabria, una regione che non è preparata a un evento di questo genere. Auspichiamo, come Unindustria Turismo, che il Governo approvi a breve un nuovo decreto a tutela delle mancate economie generate dalle strutture ricettive italiane, perché ognuno, in questo momento, deve fare la propria parte, attraverso interventi che possano abbattere il muro della burocrazia.
La Calabria, che ha un’economia già fragile, riuscirà a superare questo momento drammatico?
La Calabria, al pari di altre regioni, sta subendo un contraccolpo che contribuisce ad accrescere lo stato di crisi del settore turistico e dell’indotto che esso crea. Stiamo attendendo la formazione della nuova Giunta regionale, che auspichiamo venga nominata al più presto, per poter chiedere un tavolo tecnico urgente che possa affrontare una stagione che risulta già compromessa. In questo momento, non devono esistere divisioni nella politica, ma occorre uno sforzo corale senza distinzioni di bandiera. Di certo una task force che affronti subito e bene la crisi servirà per tutelare le centinaia di milioni di euro del fatturato turistico. Stiamo affrontando una vera e propria guerra contro un nemico invisibile che ha generato un crollo verticale e inesorabile di prenotazioni, assistendo a cancellazioni ormai quotidiane di tour già prenotati fino a tutto il mese di giugno 2020. Confindustria Turismo Calabria farà la propria parte, mettendo in campo tutto il proprio apparato logistico, con la consapevolezza che solo restando uniti, tutti insieme, potremo superare questo momento cosi drammatico.
Continuiamo a fare il punto della situazione in riferimento all’emergenza sanitaria da Coronavirus e le sue ricadute nel comparto turistico calabrese con il presidente regionale dell’Associazione Direttori d’Albergo, Francesco Gentile, che sottolinea “la grande leggerezza e irresponsabilità da parte di alcuni organi di informazione e le molteplici fake news sui social, a differenza di altri paesi che hanno saputo tutelare la propria immagine, facendo trapelare solo le informazioni concrete e non quelle di carattere terroristico”.
Presidente Gentile quanto sta incidendo l’emergenza sanitaria sul comparto turistico calabrese?

Incide negativamente e le ripercussioni saranno devastanti con l’approvazione nell’ultimo decreto del Governo che ha previsto l’intero territorio nazionale a rischio come zona rossa. La Calabria ha economie deboli e strutturalmente fragili da influire in modo marginale sugli arrivi e sulle presenze del mercato italiano, che comunque sono pari a circa 1,8 milioni di arrivi e 9 milioni di presenze. Negli ultimi anni il nostro Il primato si era registrato nella componente estera del movimento turistico che aveva generato 317 mila arrivi per circa 2 milioni di pernottamenti. A tal proposito, serve evidenziare che il mercato turistico calabrese è principalmente rappresentato dalla componente nazionale con il 78%. Questi dati devono farci riflettere su un possibile e purtroppo inevitabile crollo dei flussi turistici dovuto alle misure adottate dal Governo nazionale, che hanno spinto i turisti ad annullare tutte le prenotazioni fino al 30 giugno e le disdette per congressi, eventi, meeting, ma anche la cancellazione di ricevimenti che ci consentivano di lavorare tutto l’anno.
L’ADA Calabria ha programmato varie iniziative per rafforzare l’offerta turistica regionale ed è stata delegata dal direttivo nazionale a organizzare il 66° Congresso italiano: rimane in programma l’assemblea generale dei soci in Calabria?
Purtroppo l’evento più importante e significativo dell'associazione nazionale dei direttori d'albergo, che raggruppa oltre 1.000 soci in Italia e molti nel mondo, quest’anno non si terrà a seguito delle misure adottate dal Governo. Il 66° congresso nazionale era previsto a Rende dal 3 al 5 aprile, dopo tanti anni dall’ultimo incontro nazionale che si tenne nella splendida cornice di Amantea, all’Hotel Village La Principessa nel maggio 2011.
Quali possono essere le misure da adottare per superare questa fase drammatica del mercato turistico calabrese?
Lo Stato dovrebbe intervenire per la tutela dei tanti posti di lavoro del comparto turistico e per garantire sovvenzioni economiche al fine di rientrare marginalmente sul mancato fatturato. Inoltre, ci vuole un’attenzione sui contributi e gli stipendi dei dipendenti, oltre alla scadenza dell’Iva e altre tasse, carichi economici che senza introiti non si possono pagare. Con l’Italia in zona protetta è inutile tenere aperti le strutture ricettive che per le festività di Pasqua e i ponti rimarranno vuote. In questo momento sono molti i colleghi che si interrogano su come devono comportarsi all'interno delle loro strutture per accogliere i turisti provenienti dalle aree interessate al Coronavirus. Si auspica la nomina urgente della Giunta regionale, dalla quale avremmo voluto un supporto incisivo. Nel frattempo, oltre ad applicare le normali procedure dettate dal Ministero della Sanità, a mio avviso si devono attuare altre procedure atte a mostrare la sicurezza dei nostri prodotti e dei nostri servizi. Come presidente dell'ADA sto interessando le altre associazioni per istituire un tavolo tecnico in modo da essere di sostegno e supporto a tutto il comparto. Le proposte da noi avanzate sono a carattere risolutivo e mirano non al traslare i tributi e le utenze, ma alla loro estinzione fino alla ripresa. Intanto che le istituzioni facciano il loro lungo e burocratico corso, bisogna fare rete e restare uniti per attuare una strategia di marketing volta alla ripresa del nostro territorio.
Il turismo deve restare il petrolio d’Italia e deve avere una nuova centralità come un asset economico primario. Bisogna far tesoro di quanto sta accadendo proprio in Italia e in Cina che sono accomunate dai maggiori focolai dell’emergenza Covid-19, ma anche dall’anno della cultura Italia-Cina. Dobbiamo, entrambi i Paesi, ripartire da quello che non si è potuto realizzare in termini di flussi turistici, maggiori entrate economiche e significativi scambi culturali. Sono sicuro che supereremo questo periodo drammatico anche grazie alla Cina che è un grande mercato al consumo con una spesa di 115 miliardi di dollari in beni di lusso, circa un terzo della spesa mondiale del comparto e 270 miliardi di dollari generati dai turisti cinesi nel mondo.