“Quali obiettivi la Regione si proponeva di conseguire commissionando il cortometraggio ‘Calabria terra mia’? Detti obiettivi discendono da desideri soggettivi ed astratti o sono invece l’esito della consultazione formale di competenze specifiche? Ancora, l’opera, così come realizzata, è coerente con gli obiettivi? Come si è pervenuti alla quantificazione della spesa: la proposta è stata valutata tecnicamente in base ad indagini di mercato o altre modalità di cui c’è traccia formale o la si è accettata sic et simpliciter?”.
Sono alcuni dei quesiti che il consigliere regionale Francesco Pitaro pone in un’interrogazione a risposta scritta al Presidente f.f. della Giunta regionale ed alla Giunta, puntualizzando come “l’opera commissionata dalla Regione Calabria per l’importo di euro 1.700.000,00, (cifra enorme) e senza bando pubblico (incarico attribuito intuitu personae), non abbia evidenziato né messo in risalto le bellezze naturali e lo straordinario patrimonio storico e culturale ed architettonico calabrese. Sostanzialmente, il cortometraggio non ha svolto la funzione cui esso era destinato, fornendo un’immagine dei territori calabresi distorta e irreale nonché incapace, ictu oculi, non solo di emozionare ma anche di attrarre turismo”.
Francesco Pitaro pone anche una questione tecnica: “Nel caso anche la Giunta regionale rilevasse difformità fra gli obiettivi ed il risultato, quali azioni si intendono intraprendere per tutelare gli interessi della Regione e garantire che il danaro pubblico sia stato bene utilizzato?”.
Ed ancora, “In base a quali parametri e/o valutazioni, se non dovesse esserci stato alcun ricorso a consulenze specifiche, il responsabile del relativo procedimento amministrativo ha reputato congrua la somma di 1milione e 700mila euro per sei minuti reali di filmato”.
Secondo il consigliere regionale: “Il ‘corto’ è inutilizzabile perché privo dei contenuti basilari per promuovere la Calabria, e se diffuso, anziché giovamento produrrebbe un danno, avendo dato un’immagine irreale e distorta e fuori tempo della Calabresi e dei calabresi e del territorio regionale. Alla luce di tutto questo - conclude Francesco Pitaro - chiedo se la Regione intende proporre azioni dirette ad ottenere la restituzione dei soldi pubblici, e se è sì, come intende farlo”.
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA SUL CORTOMETRAGGIO “CALABRIA TERRA MIA” DEL REGISTA MUCCINO.
Il sottoscritto Avv. Francesco Pitaro, nella qualità di Consigliere Regionale della Calabria,
PREMESSO
- Che in data 20 ottobre u.s. è stato presentato alla Festa del cinema di Roma il cortometraggio“Calabria, terra mia” scritto e diretto da Gabriele Muccino.
- Che l’opera, commissionata dalla Regione Calabria per l’importo di euro 1.700.000,00 e senza bando pubblico, è stata proiettata in anteprima assoluta nel Teatro Studio “Gianni Borgna”, alla presenza di Muccino, degli attori protagonisti, Raoul Bova e Rocìo Munoz Morales, e del producer Alessandro Passadore.
- Che, il cortometraggio, prodotto da Viola film per Regione Calabria, dura 8 minuti e racconta la storia di un uomo (Bova) che porta la sua compagna (Munoz Morales) a conoscere per la prima volta la Calabria, in un viaggio alla scoperta degli angoli più suggestivi della regione, in cui i protagonisti assoluti sono gli agrumi più caratteristici del luogo - il bergamotto, il cedro, le clementine e il limone di Rocca Imperiale -, che rappresentano il filo conduttore dell’opera.
- Che l’obiettivo del corto doveva essere quello di promuovere il territorio della Regione Calabria evidenziando il suo patrimonio ambientale e naturale e architettonico e storico al fine di attrarre i turisti;
- Che, tuttavia, il ‘corto’ del regista Muccino è, da qualsiasi punto lo si osservi, soporifero, irreale e anacronistico e tutto lascia pensare che rientri appieno nelle strategie politiche demagogiche che si ispirano al ‘panem et circenses’ della Roma antica. Strategie che, però, nella società del primo ventennio del XXI secolo, collidono con i criteri dell’efficienza, efficacia ed economicità che debbono informare gli atti della pubblica amministrazione. In questo caso, poi, con un esito imprevisto: il ‘combattimento dei gladiatori’ costato 1 milione e 700mila euro che ha suscitato non consenso nell’opinione pubblica, ma sdegno generale. Sdegno e repulsione virali sui social e ampiamente motivati da numerosi intellettuali, scrittori, storici, giornalisti e ambientalisti calabresi.
- Che, tuttavia, il corto non ha evidenziato né messo in risalto le bellezze naturali e lo straordinario patrimonio storico e culturale ed architettonico calabrese;
- Che sostanzialmente il cortometraggio non ha svolto la funzione cui esso era destinato ed ha dato una immagine dei territori calabresi distorta e irreale nonché incapace, ictu oculi, non solo di emozionare ma anche di attrarre turismo;
- Che, pertanto, il ‘corto’ è inutilizzabile perché privo dei contenuti basilari per promuovere la Calabria, e che, se diffuso, anziché giovamento produrrebbe un danno avendo dato una immagine irreale e distorta e fuori tempo della Calabresi e dei calabresi e del territorio regionale;
- Che, pertanto, la Regione Calabria così facendo ha attribuito intuitu personae un incarico per la cifra enorme di un milione e settecentomila euro senza che, tuttavia, il cortometraggio commissionato abbia raggiunto le finalità per le quali avrebbe dovuto essere realizzato.
Tutto ciò premesso e considerato, con il presente atto, si
CHIEDE
Al Presidente della Giunta Regionale in carica p..t e alla Giunta Regionale di sapere:
- a) quali obiettivi la Regione si proponeva di conseguire commissionando l’opera; b) se detti obiettivi discendono da desideri soggettivi ed astratti o invece l’esito della consultazione formale di competenze specifiche;
- c) se l’opera, cosi come realizzata, è coerente con gli obiettivi;
- d) nel caso anche la Giunta regionale rilevasse difformità fra gli obiettivi e il risultato, quali azioni si intendono intraprendere per tutelare gli interessi della Regione e garantire che il danaro pubblico sia stato bene utilizzato;
- e) come si è pervenuti alla quantificazione della spesa: la proposta è stata valutata tecnicamente in base ad indagini di mercato o altre modalità di cui c’è traccia formale o la si è accettata sic et simpliciter;
- f) in base a quali parametri e/o valutazioni, se non dovesse esserci stato alcun ricorso a consulenze specifiche, il responsabile del relativo procedimento amministrativo ha reputato congrua la somma di 1milione e 700mila euro per sei minuti reali di filmato;
- g) se la Regione intende proporre azioni dirette ad ottenere la restituzione dei soldi pubblici e se è si, come intende farlo.
Catanzaro, 23/10/2020
Avv. Francesco Pitaro
Consigliere Regionale