Secondo i dati del report d’indagine frutto della conclusione del progetto “Informare, prevenire, salvaguardare”, sottoscritto a febbraio 2019 da Inail, direzione regionale Calabria e Inca, Istituto Nazionale Confederale di Assistenza della Cgil Calabria, resi noti nei giorni scorsi, la Calabria è in” zona arancione”.
Una posizione conseguenza del fatto che nel 2022, in Calabria, sono state fatte 10.270 denunce per infortuni sul lavoro. Di questi 7.575 sono avvenuti nell’Industria e nei Servizi, 1691 in Sanità e Assistenza Sanitaria Sociale, 596 in Agricoltura, 2099 per conto tra i dipendenti statali. Per quanto riguarda le malattie professionali nel 2022 quelle denunciate sono state 2148, di cui 1737 in Industria e Servizi, 76 in Sanità e Assistenza Sanitaria Sociale, 383 in Agricoltura, 27 tra i dipendenti Statali. Dal report dell’Inail, emerge con forza un insieme di problemi legati alle carenze strutturali e all’organizzazione del lavoro, in termini di carichi e ritmi, con impatti negativi sulla qualità della vita anche se non percepita come strettamente legata alla situazione lavorativa.
Per quanto riguarda l’età, emergono delle specificità dovute alle differenti classi. A questi problemi si aggiungono quelli di ordine psico-sociale determinati sia dall’organizzazione del lavoro che dalle tensioni dovute alle relazioni con i pazienti e i loro familiari. Nel complesso, i rischi per la salute e la sicurezza secondo i lavoratori sono dovuti innanzitutto alle carenze strutturali e all’organizzazione del lavoro, in termini di personale mancante, carichi e ritmi intensi. Tale affermazione verrebbe corroborata dalla differenza che raggiunge quasi il 50% di riconoscimenti (anche se differenti) tra malattie professionali e cause di servizio.
Per quanto riguarda le malattie professionali nel 2022 quelle denunciate sono state 2148, di cui 1737 in Industria e Servizi, 76 in Sanità e Assistenza Sanitaria Sociale, 383 in Agricoltura, 27 tra i dipendenti Statali. La posizione della Calabria, rispetto ad altre regioni con numeri più importanti, è sottostimato dal momento che non tutti denunciano e non va sottovalutato neanche l’incidenza del lavoro irregolare. Secondo i dati diffusi nello scorso mese di settembre dall’ Usb, nei primi nove mesi del 2023, in Italia, sono stati superati gli 800 decessi del lavoro. Nello stesso periodo in Calabria si erano registrate 42 vittime sul lavoro.