E’ stato per me un privilegio partecipare a Roma (Montecitorio) al convegno sul progetto “Liberi di Scegliere”. Un’iniziativa che afferma il valore della legalità, nella consapevolezza che, per contrastare il fenomeno della criminalità organizzata, occorra senz’altro l’azione della magistratura e delle forze dell’ordine - a cui non finiremo mai d’essere grati per il coraggioso lavoro che fanno - ma anche, oltre alla reazione corale della società civile, l’assunzione, da parte delle Istituzioni di ogni livello, di provvedimenti specifici.
In tal senso - visto che il progetto ‘Giustizia e Umanità Liberi di Scegliere’, ideato dal dottor Di Bella e promosso dall’associazione cultuale no profit ‘Biesse’, è divenuto, in ambito nazionale, un faro di civiltà ed un esempio per altre iniziative volte alla promozione dell’impegno civico; e visto che riconosciamo tutti quanto sia essenziale - soprattutto nelle realtà più critiche del Paese - parlare ai giovani di giustizia e umanità contro le barriere del silenzio e della paura, l’Istituzione che rappresento ha approvato, lo scorso 22 giugno, la legge regionale per il “Riconoscimento e il sostegno del progetto Giustizia e Umanità Liberi di Scegliere”.
Una legge che condivide l’obiettivo di “Liberi di scegliere”, teso a dare la possibilità a tanti figli di ‘ndrangheta di ricostruirsi una vita, aiutando questi giovani e giovanissimi - figli o parenti di mafiosi spesso sostenuti da tante madri - a scegliere liberamente fra la legalità e un destino di mafia, tra legalità e un destino di carcere o morte.
La legge della Calabria, che speriamo possa essere replicata in altre regioni e, meglio ancora, adottata dal legislatore nazionale (bene l’impegno in questa direzione della Presidente della Commissione parlamentare antimafia!), interviene nella fase del potenziamento della rete di sostegno sociale, necessaria per dare aiuto logistico, occupazionale e relazionale ai minori, donne o interi nuclei familiari che intendano dissociarsi dalle logiche criminali e dalle loro famiglie.
La legge consta di 5 articoli e prevede l’attivazione di un percorso educativo che coinvolge le scuole di ogni ordine e grado, e ha la finalità di contribuire alla formazione di una cultura della legalità attraverso la promozione e divulgazione del libro e del film ‘Liberi di Scegliere’.
Il sostegno del Consiglio regionale, nello specifico, consiste nel finanziamento del premio culturale, pari a cinque borse di studio, intitolate a vittime delle mafie, dell’importo di 2 mila euro ciascuna, da assegnare a studenti o classi di istituti scolastici di ogni ordine e grado a seguito di partecipazione al concorso bandito annualmente.
La stessa attenzione riservata ai minorenni che hanno commesso reati e a cui dobbiamo essere in grado di garantire la possibilità del recupero sociale, cosi come chiede la Costituzione, di recente il Consiglio regionale della Calabria l’ha riservata agli imprenditori vittime della mafia. Approvando la legge “De Masi”, con la quale si intende dare strumenti di certezza nelle scelte di legalità degli imprenditori che resistono alle minacce mafiose. Si tratta di premialità per le imprese che denunciano, prevedendo nei bandi di gara, negli avvisi e negli inviti per l’aggiudicazione di contratti pubblici, l’assegnazione di un punteggio aggiuntivo alle imprese vittime di atti di criminalità, fatti usurari ed estorsivi o di aver assunto nei procedimenti penali il ruolo di testimoni di giustizia.
Non c’è dubbio che se vogliamo estirpare il cancro mafioso, l’azione delle Istituzioni può essere efficace se si connota di tratti concreti e operativi.
Un’azione che, da un lato, non lasci spazio ai tentativi di inquinamento dell’Amministrazione pubblica e, dall’altro, consenta di contrapporre al disvalore assoluto rappresentato dalla mafia, i valori della cultura della legalità e dell’etica pubblica”.