A palazzo Campanella “Rassegna del dolce tradizionale”, giunta alla XVIII edizione: Il torrone “a poglia”, principe delle delizie della provincia reggina.
Dolci, musica e cultura, tre dimensioni del piacere ma anche espressioni caratterizzanti un territorio. Anche questo è stata la “Rassegna del dolce tradizionale”, giunta alla XVIII edizione e svoltasi nella sala Monteleone di palazzo Campanella. Un evento che ha visto al centro del pomeriggio goloso il “torrone a poglia” che, per l’occasione è stato preparato dal vivo. La rassegna, patrocinata dal consiglio regionale della Calabria e dalla Città metropolitana è stata promossa dalla Confartigianato e dall’Apar (Associazione provinciale pasticceri artigianali reggini) insieme a Conpait Calabria. Un mondo di dolcezza per unire tutte le province della Calabria perché, insieme ai pasticceri reggini, c’erano alcuni colleghi della provincia di Cosenza, Vibo e Catanzaro: l’obiettivo, la creazione di una “Calabria dolce”. Il pomeriggio partecipato ha viso tanti reggini curiosi assaporare le delizie natalizie, panettoni, petrali e l’immancabile torrone. Ad allietare l’atmosfera colorata e festosa ci hanno pensato i giovanissimi musicisti dell’orchestra “Corde libere”, diretta dal maestro Alessandro Calcaramo, in esecuzione vivaci brani del folklore locale, per restare in tema di tradizione. «Oggi insieme a noi pasticceri reggini ci sono dei colleghi della provincia di Cosenza Vibo e Catanzaro insieme a loro uniti abbiamo cercato di creare una Calabria dolce – racconta Antonello Fragomeni, storico pasticcere reggino, uno dei consiglieri Apar – e questa è la cosa più importante. Per l’occasione abbiamo fatto un torrone la cui tradizione si era forse un po’ messa da parte, non era più preparato nelle pasticcerie reggine. Quindi, tramite un disciplinare che già avevamo presentato negli anni scorsi, abbiamo voluto promuovere il cosiddetto “torrone a poglia” che ha dimensioni di altezza, larghezza e lunghezza ben determinate, così come il peso. Anticamente non c’era il cioccolato e veniva fatto con lo zucchero aromatizzato al limone: quindi era glassato con lo zucchero cotto e degustato. Era il torrone che, tradizionalmente, entrava nelle case del nostro territorio». Ma non c’è solo il torrone tra i dolci tradizionali «Un altro dolce tipico e caratterizzante il Natale alle nostre latitudini – aggiunge Fragomeni - è il petrale, detto “pretale” nella zona di Bova o “sammartina”: Ma se anche il nome diverse il dolce non cambia trattandosi di una golosità che nasce dalla frutta secca sapientemente chiusa in una pasta e che nelle tavole dei reggini non mancherà».
Tra gli “assaggiatori” delle delizie, anche il presidente del consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto: «Anche la pasticceria reggina deve rappresentare quel quid in più che caratterizza e diversifica il territorio - ha esordito - siamo molto contenti che anche quest’anno il consiglio regionale della Calabria apra le porte a questa manifestazione dell’Apar, è la diciottesima edizione per la fiera del dolce reggino, un evento importante perché racconta un’eccellenza di Reggio e della sua provincia. Bisogna avere la forza di sostenere l’Apar così come abbiamo fatto come istituzioni e raccontare ai reggini, a tutta la Calabria e al mondo, questa peculiarità che solo noi abbiamo. Un’eccellenza che – sottolinea il presidente Irto - parla non solo delle tradizioni pasticcere importanti della città dello Stretto ma anche racconta di un comparto che ha oltre 4000 assunti nella provincia reggina quindi un indotto occupazionale in questo mondo che deve avere una capacità non solo di sostenersi, ma anche di avere un ricambio generazionale». E, a tal proposito, Irto ha ricordato anche attività di formazione e di promozione che porta avanti l’Apar. «In questi anni, con loro, abbiamo fatto delle cose straordinarie, siamo andati all’estero. Siamo felici che anche quest’anno c’è stata la rassegna con un grande successo di pubblico e, soprattutto, che il consiglio regionale abbia consentito e aiutalo l’Apar- e conclude - l’impegno è quello di far continuare a far crescere l’associazione che è un’attività di volontariato, ma di gigantesca promozione per il nostro territorio. Sovente capita di parlare di valorizzazione del territorio e lo si fa poi però senza raccontare le cose che ci caratterizzano: credo che la pasticceria reggina sia un’enorme occasione di riconoscibilità e di possibilità anche di marketing per la città».