Il vertice del Consiglio regionale e il Garante dei detenuti scrivono al Ministro e al Capo del Dap: “urgente rimuovere le criticità delle carceri calabresi”.
Il progressivo sovraffollamento, le gravi carenze di organico e il moltiplicarsi di eventi critici nei 12 istituti penitenziari della Calabria, costituiscono il contenuto di una lettera - firmata dal presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso e dal Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale Luca Muglia - inviata al ministro della Giustizia Carlo Nordio e al capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Giovanni Russo.
Asciutta per aggettivazione e priva di orpelli retorici, ma sul presupposto che la pena non deve essere afflittiva e non “può consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e deve tendere alla rieducazione del condannato” (art. 27 della Costituzione), la lettera evidenza una serie di casi “inquietanti”. Da cui si ricava che il pianeta-carceri della Calabria è in sofferenza.
Sovraffollamento.
Quasi tutti i 12 istituti penitenziari della Calabria registrano fenomeni di progressivo sovraffollamento, con valori elevati nella Casa circondariale di Reggio Calabria Arghillà (+ 98),Cosenza (+ 57), Crotone (+ 44) e la Casa di reclusione di Rossano(+ 52). In alcuni istituti, peraltro, sono presenti camere detentive (dotate di letti a castello) che ospitano fino a 6/8 persone detenute.
Condizioni strutturali.
Le condizioni strutturali di alcuni istituti, datati nel tempo e privi di manutenzione, sono aggravate dall’inadeguatezza di molte camere detentive (con schermature di pannelli opachi in plexiglass alle finestre o, addirittura, prive di docce) e dall’insufficienza delle aree adibite alla socialità, ai passeggi ed ai colloqui.
Carenze di organico.
Le carenze di organico riscontrate nei 12 istituti penitenziari calabresi sono assai pesanti. Il deficit del personale di Polizia penitenziaria raggiunge in alcuni casi livelli allarmanti (-100 Catanzaro; -70 Vibo Valentia; - 42 Rossano; - 37 Palmi;-36 ReggioC. Arghillà). L’assenza di un numero adeguato di Polizia penitenziaria genera effetti a catena che recano danno all’intero sistema, oltre a causare problemi di sicurezza ed a richiedere sforzi sovraumani del personale in servizio.
Si sottolinea (sempre nella lettera) la carenza complessiva di funzionari giuridico -pedagogici che è pari a 10 unità (al momento gli istituti di Paola e Palmi hanno solo 1/2 educatori in servizio). In pratica, è presente mediamente un educatore ogni 100 detenuti. Tale pesante carenza riverbera, evidentemente conseguenze negative sia sotto il profilo trattamentale e rieducativo sia sul fronte dell’accesso alle misure alternative.
Detenuti stranieri.
Vi è un’elevata percentuale di detenuti stranieri, che in alcune carceri calabresi appartengono a 20 nazionalità diverse, mentre i mediatori linguistico-culturali presenti sono pochissimi (solo in 3 istituti). Si considerino, a titolo esemplificativo, le difficoltà che incontrano le Aree sanitarie in occasione della visita medica di primo ingresso dei detenuti extracomunitari”.
Suicidi: e (nel 2024) 2219 eventi critici.
Nel corso del 2023 in Calabria si sono verificati 150 tentativi di suicidi e 4 suicidi. Nel 2024 c’è già stato un nuovo decesso per suicidio. Tra l’ultimo dello scorso anno e il primo di quello in corso è trascorso solo un mese. Ma v’è di più! Dal 1 gennaio 2024 al 20 marzo 2024 (in soli due mesi e mezzo) si sono registrati in Calabria 2.219 eventi critici, 26 tentativi di suicidio, 110 atti di autolesionismo e 25 aggressioni ai danni della Polizia penitenziaria.
“Sono dati davvero inquietanti”: scrivono Mancuso e Muglia. Che concludono: “Alla luce di tutto ciò “corre l’obbligo di richiedere un tempestivo intervento del Ministro e del Capo del Dipartimento, consapevoli che la tutela dei diritti delle persone detenute o private della libertà e il benessere dell’intera comunità penitenziaria necessitano in Calabria di energie e risorse urgenti al fine di poter essere garantiti ed attuati”.