Sabato, 11 Maggio 2024

Bronzi di Riace, 50 anni dal ritrovamento. Una storia piena di fascino e mistero

Ci sono due storie legate ai Bronzi di Riace. Una nota e recente iniziata 50 anni fa, precisamente

il 16 agosto 1972 presso la località Porto Forticchio di Riace Marina. Un’altra antecedente a quella data, del tutto misteriosa e sconosciuta, le cui origini sono incerte e si perdono nell’antichità. Il 2022 è l’anno che celebra il cinquantesimo dal ritrovamento dei Bronzi, oramai tra i simboli maggiormente riconosciuti della Calabria in tutto il mondo. E’ opinione diffusa che si tratta di uno dei momenti più alti della produzione scultorea di tutti i tempi e il più importante rinvenimento archeologico dell’ultimo secolo.

Le due statue, denominate “A” e “B”, e ribattezzate a Reggio come “il giovane” e “il vecchio”, sono alte rispettivamente 1,98 e 1,97 m, e il loro peso, originariamente di 400 kg, è diminuito a circa 160 kg, in virtù della rimozione della terra di fusione. La lunga fase di restauro, effettuata in un primo momento a Firenze e successivamente a Reggio Calabria, è stata favorita anche dall’eccezionale e sorprendente stato di conservazione dei Bronzi il giorno del ritrovamento, avvenuto grazie ad un appassionato subacqueo durante un’immersione a circa 200 m dalla costa ed alla profondità di 8 m.

Le ipotesi sulla provenienza, sulla datazione e sugli autori delle statue sono diverse. L’analisi delle terre di fusione rimaste dentro le due statue dimostra che esse sono state ad Argo, nel Peloponneso, in Grecia, probabilmente alla metà del V sec. a.C. Come ci sono finiti i Bronzi di Riace in fondo al mare? Nessuna certezza in merito. Si suppone che i due guerrieri, forse un tempo appartenuti ad un gruppo statuario, fossero stati gettati in mare per alleggerire il carico della nave che li trasportava o che l’imbarcazione stessa fosse affondata con le statue.

Innumerevoli le ipotesi, le teorie e gli studi effettuati in questi in 50 anni. Una delle ultime in ordine temporale è quella del professore reggino Daniele Castrizio, il quale identifica i Bronzi di Riace nei fratelli Eteocle e Polinice, considerandoli parte di un gruppo più complesso di cinque elementi, che ricostruisce il duello finale fra i due per il trono di Tebe.

Da diversi anni, i Bronzi di Riace costituiscono uno dei reperti più importanti dal Museo Archeologico di Reggio Calabria, riconosciuto tra gli istituti museali archeologici più prestigiosi d’Italia con l’istituzione delle autonomie operata dalla Riforma del MiBACT del 2014. In occasione dei 50 anni dal ritrovamento, sono stati organizzati una serie di iniziative, eventi, mostre e incontri per promuovere ulteriormente l’immagine dei Bronzi in Italia e nel Mondo.

“Accendere i riflettori verso il patrimonio culturale regionale e principalmente verso i Bronzi e le testimonianze della Magna Graecia, creare un legame identitario tra i Bronzi e la Calabria basato sui concetti di bellezza, forza, fascino, ma anche di sostenibilità e innovazione. Con un obiettivo: candidatura dei Bronzi di Riace a patrimonio dell’Unesco”, questo l’obiettivo delle istituzioni promotrici degli eventi legati ai 50 anni dal ritrovamento dei due guerrieri.

Una storia infinita, che affonda le sue radici in un passato glorioso. I Bronzi di Riace, cosi avvolti nel fascino e nel mistero, rappresentano un unicum dall’inestimabile valore per la Calabria. Un tesoro che il mondo ci invidia.