Una realtà che lavora a sostegno dei più deboli. Il Banco Alimentare opera in tutta la Calabria distribuendo derrate alimentare ai soggetti che vivono in situazioni di indigenza. Una povertà sommersa, ma sempre più diffusa che si è accentuata a causa della pandemia. Proprio nell'ultimo anno, il Banco è stato un punto di riferimento fondamentale, attraverso la collaborazione con diverse associazioni del territorio e le istituzioni, per tante famiglie e soggetti che si sono trovate in situazioni di povertà assoluta.
Abbiamo intervistato Franco Falcone presidente regionale del Banco Alimentare.
Presidente, il Banco Alimentare svolge un lavoro fondamentale a sostegno dei soggetti in difficoltà, ancora di più durante l'ultimo anno con la pandemia. Quali sono i dati in Calabria del vostro impegno?
"Il Banco Alimentare è presente in Calabria dal 96, ha la una sede centrale a Montalto Uffugo e nel tempo, si sono sviluppate anche 4 sedi periferiche nelle 4 province Calabresi per cercare d dare una risposta più capillare ed incisiva alle famiglie calabresi che vivono in condizioni di difficoltà. Attualmente al Banco Alimentare sono convenzionate 590 strutture, 32 enti pubblici pari a circa 134.000 persone assistite e distribuito oltre 70.000 tonnellate di prodotti. La sua mission consiste, appunto, nel recupero delle eccedenze alimentari alla redistribuzione alle Opt convenzionate che vanno a loro volta ad assistere gli indigenti. Negli anni il Banco Alimentare ha cercato di attuare politiche ed interventi mirati per raggiungere più territori possibili e per contrastare il fenomeno della povertà alimentare, che purtroppo rende la nostra regione, secondo i dati Istat, tra le più povere d’Italia. In particolare nell’ultimo anno questo fenomeno si è notevolmente intensificato in conseguenza della pandemia che ci ha travolto. C'è stato sicuramente un incremento di richieste anche da parte di famiglie normalmente non in difficoltà ed il Banco ha visto triplicato la sua attività. Ad una maggiore richiesta da parte delle famiglie è corrisposto un incremento, per fortuna, un aumento delle donazioni di prodotti provenienti da tutta la Regione, aziende, privati ecc., contributi economici anche da privati, il sostegno della Regione Calabria che ha attivato un piattaforma a cui la aziende potevano fare riferimento per le donazioni, molte iniziative di solidarietà come quella messa in campo dalla Vibonese calcio che attraverso il coinvolgimento degli chef stellati che ha permesso di distribuire i pasti alle famiglie bisognose. Si è lavorato in emergenza per far fronte ad una situazione che ha reso ancora più povero il nostro paese".
Una macchina organizzativa encomiabile che si basa sul supporto di tanti volontari?
"Il Banco Alimentare porta avanti la sua attività grazie all’aiuto dei volontari che quotidianamente prestano il loro tempo dando un aiuto concreto. Sono più di 40 i volontari regolarmente assicurati che svolgono mansioni diverse nelle varie sedi dell’Associazioni. Aiutano nelle operazioni di carico e scarico nell’attività di magazzino, affiancano le varie figure nelle pratiche amministrative e di convenzionamento degli enti e anche nello svolgimento della giornata nazionale della colletta alimentare. Molto importante è stato l’apporto dei volontari durante l’emergenza Covid-19, che si sono impegnati, oltre che nell’ attività ordinaria, anche nel sopperire all’emergenza che ha coinvolto il paese. Molti hanno dato una mano nella preparazione dei pacchi famiglia e hanno effettuato le consegne a domicilio anche a famiglie che si sono trovate a perdere il lavoro durante la pandemia. Sicuramente le maggiori difficoltà riscontrate riguardano la gestione organizzativa dell’Associazione stessa. Le figure e risorse economiche a disposizione risultano insufficienti rispetto al carico di lavoro a cui il Banco è sottoposto. Inoltre da anni vive una situazione precaria per quanto riguarda la sede stessa. La richiesta è maggiormente rivolta alle istituzioni, che già danno il loro supporto, ad inserire l’attività del Banco nella programmazione annuale dei Bilanci per far sì che questo aiuto diventi costante e più duraturo nel tempo".
Come è possibile dare un aiuto concreto?
"Il Banco fonda la sua mission sulla lotta allo spreco e il recupero delle eccedenze alimentari. Da molti anni il Banco è impegnato in una vera e propria campagna di sensibilizzazione per promuovere questo principio. Diverse iniziative sono state realizzate con delle grandi catene di supermercati ( Lidl, Eurospin) per recuperare prodotti freschi da donare alle strutture che hanno delle mense. Bisognerebbe sensibilizzare molte più realtà a questa buona pratica di donazione perché renderebbe più incisivo il lavoro di lotta allo spreco alimentare, ad esempio le mense scolastiche, mense ospedaliere, avvicinare più catene di supermercati. Servirebbe una maggiore attenzione alle donazioni in quanto giova all’ azienda stessa donare i propri prodotti invece che distruggerli o buttarli, si può beneficiare di una serie di sgravi fiscali previsti dall’introduzione della legge 166/16 proprio sullo spreco alimentare (cosiddetta Legge Gadda), che ancora nella nostra regione stenta a decollare".
Sul lavoro svolto dal Banco Alimentare, abbiamo ascoltato anche il coordinatore provinciale di Reggio Calabria, Giuseppe Bognomi.
Qual è stata la situazione che avete affrontato nel territorio durante la pandemia?
"Abbiamo riscontrato un aumento di oltre il 30% di richieste, sin dal primo lockdown, sia da parte di singole persone che da interi nuclei familiari a causa della pandemia hanno visto emergere nuove difficoltà. Tra queste ci sono persone che prima non avevano necessità di rivolgersi a noi. Persone che magari lavoravano saltuariamente ma riuscivano comunque a vivere. Ma ci sono anche tante persone che vivevano con le loro attività commerciali e con le chiusure molti hanno fallito e adesso si rivolgono a noi per poter mangiare. Dallo scorso mese di settembre l'attività è stata trasferita presso il nuovo magazzino di Campo Calabro, che costituisce per un noi un ulteriore impegno anche oneroso, che ci permette di stoccare un maggiore quantitativo di derrate alimentari che distribuiamo mensilmente alle otre 160 strutture caritative convenzionate e stiamo avviando diverse collaborazioni con la Grande Distribuzione(, attiva quella con i punti vendita LIDL) per il recupero delle eccedenze alimentari. Tutti abbiamo fatto esperienza che nessuno si salva da so.lo, nello stesso tempo che occorre il concorso di tutti, volontariato, produttori, grande distribuzione e amministrazione pubblica, per affrontare adeguatamente ed in maniera strutturata questa crisi. Rinnoviamo quindi l'appello alla solidarietà invitando a sostenere le iniziative e gli interventi in favore delle persone in difficoltà e in condizioni sempre più precarie".