Quando i ragazzi in visita gli domandano in cosa consista il suo lavoro, lui risponde: “Fabbrico le banconote”.
Eh sì, perché Francesco Nicolò, da gennaio 2012, è a capo del Servizio banconote della Banca d’Italia. Di quei ‘pezzi di carta’ che fanno da sempre parte della nostra vita quotidiana, e di cui conosciamo solo il valore economico, ma non tutte le fasi ed i passaggi necessari per produrli.
Nato nel 1956 a Bova Marina – in provincia di Reggio Calabria, affacciato sulle acque cristalline del mare Ionio – subito dopo la laurea in Giurisprudenza, conseguita nel 1979 presso l’Università degli Studi di Messina e la conseguente abilitazione all’esercizio forense, Francesco Nicolò avrebbe voluto fare il magistrato ma, come spesso accade e per un gioco del destino, intraprende una strada completamente diversa da quella fino ad allora immaginata, anche grazie alla sua propensione a mettersi sempre in gioco. Così dalla tanto sognata toga si prepara ad affrontare contemporaneamente il concorso in Banca d’Italia, a sostenere un colloquio presso la Ferrero e a vestire la divisa per il servizio di leva.
“Da piccolo dicevo di voler fare il magistrato. Sognavo di intraprendere da grande questa nobile professione, perché animato dalla voglia di fare qualche cosa di utile per il bene comune. Specie in una realtà molto difficile come quella della mia terra, caratterizzata da un tasso di criminalità che anche all’epoca era abbastanza rilevante – racconta Nicolò– ed invece, come spesso accade, le cose avvengono per caso e a novembre del ’79 feci il mio primo ed unico concorso, proprio in Banca d’Italia, passando subito lo scritto. Nel frattempo, per avere un’alternativa in caso fosse andato male l’esito finale, avevo presentato una domanda per lavorare alla Ferrero, sostenuto dei colloqui con i selezionatori a Torino per andare a lavorare in Lussemburgo, dove però non andai, perchè prima di prendere servizio presso questa nota ditta, mi arrivò la cartolina di leva e così a dicembre dello stesso anno partii per il militare. A febbraio del 1980 sostenni, nel giorno di san Valentino, l’esame orale per entrare in Banca d’Italia. Non dimenticherò mai il giorno in cui arrivò la comunicazione che avevo superato il concorso, perché coincise con il giorno del venticinquesimo anniversario di matrimonio dei miei genitori. Una doppia festa”.
La prima sede in cui Francesco Nicolò prende servizio nel 1981 è quella della filiale della Banca d’Italia di Catanzaro, presso la quale rimane fino al 1983, anno in cui chiede il trasferimento a Roma, fresco di matrimonio.
“Ad agosto, arrivai a Roma, con mia moglie, perchè avevo voglia di lavorare in Amministrazione centrale e di mettermi alla prova – racconta ancora Nicolò, – i primi tempi sono stati abbastanza difficili, non avevamo parenti su cui fare affidamento, ma non ci siamo persi d’animo, anzi sono stati mesi stimolanti. Vivevamo in una monocamera nel quartiere san Giovanni e dopo qualche tempo abbiamo acquistato casa, un passo importante, e da lì abbiamo costruito un po’ alla volta la nostra famiglia”.
Da quel momento, anno dopo anno, fino ai giorni nostri, per il nostro conterraneo è un excursus di mansioni, responsabilità che lo aiutano a crescere professionalmente e a fargli ricoprire diversi ruoli in BdI (responsabile della Centrale dei rischi, titolare del Settore elaborazioni e pubblicazioni statistiche presso il Servizio informazioni sistema creditizio; nel 1997 è assegnato al Servizio Personale inquadramento normativo ed economico, dove assume, a novembre dello stesso anno, la titolarità della divisione trattamento previdenziale; nel 2007 viene nominato sostituto del capo del servizio. Esperto in materia previdenziale, ha coordinato i lavori del Fondo pensione complementare per i dipendenti della BdI, degli accantonamenti per il trattamento di quiescenza; è stato consulente dell’Inps per la costituzione di FondInps e key contact person della Banca Centrale Europea in materia di trasferibilità dei diritti pensionistici), come anche numerosi sono gli incarichi da lui ricoperti (nel 2011 gli viene conferita la delega per le relazioni sindacali ed è stato responsabile del progetto Siparium; ha partecipato alle riforme della Centrale dei rischi; della rilevazione dei tassi d’interesse e sull’usura; delle segnalazioni degli intermediari non bancari; della settorizzazione economica; delle pubblicazioni statistiche, e molto altro), per arrivare alla nomina nel 2012 di Capo del Servizio Banconote.
Il Servizio – come si legge sul sito della Banca d’Italia – provvede alla produzione delle banconote e, all’occorrenza, alla progettazione delle stesse conformemente con le disposizioni emanate nell’ambito del SEBC; cura la progettazione e la produzione di altri valori; custodisce i materiali per la produzione delle banconote, i semilavorati e la produzione ultimata. In questo settore lavorano circa 430 persone.
“Il nostro in BdI è un ruolo e un mestiere molto delicato, e non tutti sanno come si fanno materialmente le banconote – spiega Nicolò– una banconota non è fatta solo di carta ma anche di tanta tecnologia. Per farne una sola ci vogliono all’incirca 45 giorni di lavorazione. Una media che varia a seconda, poi, del taglio della banconota che si va a realizzare, perché non tutte hanno stessa grandezza e colore, stesse procedure e fasi di realizzazione. Per spiegare tutto questo agli studenti delle scuole che, grazie al concorso ‘Inventiamo una banconota’ – istituito dalla BdI dallo scorso anno per promuovere l’educazione finanziaria tra i più giovani – vengono a visitare il centro di produzione di Roma, abbiamo realizzato l’e-book “Una tecnologia di carta”, scaricabile gratuitamente, con tante informazioni e curiosità utili per far capire la nascita degli euro in ogni passaggio: dal bozzetto alla messa in circolazione, fino all’ultimo giorno del suo ciclo di vita. Insomma, viene spiegato tutto quello che normalmente non si sa sui soldi”. E ancora: “Sono diversi i passaggi, come numerose le fasi – fino a 5 – e ognuna riguarda una specificità della banconota: le differenti fasi di stampa, dalla calcografica alla serigrafica, i tempi di asciugatura degli speciali inchiostri e tanto altro ancora”.
Negli ultimi anni la quota di produzione della BdI ha superato abbondantemente il miliardo di banconote e, secondo il dato ufficiale della BCE, lo scorso anno, da una delle fabbriche di euro più grandi d’Europa, qual è la Banca d’Italia, sono state stampate circa un miliardo e quattrocentomilioni di banconote di diversi tagli. Ma come sottolineato dal “fabbricatore di euro”: “Finché queste banconote sono all’interno dello stabilimento di produzione non sono ancora ‘soldi’ veri e propri, cioè non hanno il valore economico di acquisto; diventano tali solo nel momento in cui avviene il passaggio alla Cassa generale, che ricopre la vera e propria funzione di emissione della cartamoneta”.
Pur vivendo da trent’anni lontano dalla sua terra natia, Francesco Nicolò ha nel cuore Bova Marina: il mare, i suoi profumi e i tanti ricordi della sua giovinezza, trascorsa tra l’oratorio salesiano del paese, gli sport all’aria aperta, la band musicale, e non perde occasione per scendere e trascorrere del tempo in Calabria con la sua famiglia, dove, tra le altre cose, ha fatto nascere entrambe le sue amate figlie, e darsi appuntamento con molti dei suoi amici di sempre.
“Gli anni della mia infanzia e della mia adolescenza li ricordo con tanta gioia – sottolinea e continua – tra compagni di scuola, prima, e di università, dopo, eravamo in molti ad incontrarci per le vie di Bova Marina e a giocare sulla spiaggia o a ritrovarci nell’oratorio della parrocchia (dove ho conosciuto don Ruggero Coin, figlio della famiglia degli omonimi grandi magazzini, che per me è stato un padre spirituale incredibile), o ad andare in giro a strimpellare e suonare con il complesso musicale nel quale cantavo, o l’allegria che si toccava con mano già a prima mattina sull’autobus che portava noi 45 studenti a scuola durante gli anni del liceo. Della mia zona ricordo vivido il profumo del bergamotto, l’odore della salsedine del mare di settembre, in particolare, e spesso con il mio amico Ninni Panzera – Segretario generale della rassegna di Taormina Arte – ci diamo appuntamento a Bova Marina, facciamo delle lunghe passeggiate e chiacchierate per poi andare a mangiare una granita di caffè con panna e brioche, una delle cose a cui non rinuncio quando sono giù” – e per concludere – “Di sacrifici ne ho fatti, ma ripeterei tutto dall’inizio alla fine, perché oggi so che sono serviti per svolgere il mio lavoro in Banca d’Italia con la professionalità e la preparazione adeguate”.