Venerdì, 25 Ottobre 2024

Il Cinema dove non c’era

Sei sicura di traferirti in Calabria? Lì non c’è niente, non succede niente. Amici e conoscenti si ponevano così di fronte alla mia

decisione di prendere la residenza in terra calabra. Ma quando succede di meno, ciò che succede acquista maggiore importanza. Anche se si tratta di cinema, in una regione dove le sale cinematografiche sono meno di quaranta per due milioni di abitanti, nella quale i giovani non hanno potuto, come è successo a me, formarsi frequentando cineforum che proponessero la conoscenza dei nostri registi più importanti. Proprio per questo un Festival del Cinema come il Magna Graecia Film Festival può assumere grande importanza. In 21 anni di vita, questa creatura concepita da Gianvito e Alessandro Casadonte, tenuta a battesimo da numi tutelari quali Ettore Scola e Mario Monicelli, ha portato in Calabria, prima a Soverato, poi a Montepaone e infine nella sede sul mare di Catanzaro, centinaia di opere prime e seconde che partecipano al concorso, ma anche praticamente tutti gli attori e i registi del cinema italiano, molte star hollywoodiane. Da Oliver Stone a Cristopher Lambert a Rupert Everett, da Russel Crowe a Richard Gere e poi Susan Sarandon, Tim Roth, Nastassja Kinski, William Dafoe, solo per citarne alcuni, hanno soggiornato sotto il nostro cielo e dato vita ad entusiasmanti incontri con il pubblico. Festival gratuito, tiene a sottolineare Gianvito Casadonte, che iniziò per pura passione “da un lenzuolo sospeso” per arrivare al mega palco con red carpet che vede sfilare il gotha del cinema di fronte e una platea di duemila persone. “Non credo esista un altro festival in Italia nel quale trovarsi faccia a faccia con artisti di questo calibro - tiene a precisare Casadonte- per partecipare a master class che, grazie a Silvia Bizio, per anni giornalista di Repubblica dal fronte del cinema di Los Angeles, codirettrice artistica del festival, diventa una spontanea conversazione tra amici.”

Cinema che è lavoro per circa ottanta collaboratori e che va oltre il cinema, come è del resto nella sua natura di arte totale. Che diventa musica, con documentari dedicati al cantautorato italiano e con concerti d’eccezione, come quello del Premio Oscar Tim Robbins, che ha chiuso l’edizione appena conclusa; letteratura con una sezione a tema per la presentazione di libri di spicco; sapore con il Food Feast, organizzato con sostegno del Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria, che porta a scoprire le eccellenze enogastronomiche della regione. E poi attività sul cinema per gli studenti declinate, nel corso dell’anno, in Magna Graecia Experience e Magna Graecia School in the City.

La presenza di attori e registi, insieme a tutte queste attività collaterali, promuovono anche la Calabria quale set d’eccezione, come è nell’interesse della Calabria Film Commission partner dell’iniziativa, che ha il sostegno del Ministero della Cultura, Calabria Straordinaria, Assessorato al Turismo, Comune di Catanzaro, in collaborazione con Yes Start Up Calabria e Lilt - Lega Italiana per la lotta contro il cancro, e che annovera tra i main sponsor Vecchio Amaro del Capo.

L’incontro tra le stelle del cinema americano e la nostra regione, può rivelarsi, poi, davvero sorprendente. Anni fa, fu proprio l’amica Silvia Bizio a chiedermi di ideare un piccolo itinerario per il regista Oliver Stone e la moglie Chong. E fu interessante scoprire cosa evocasse il nome Calabria alla mente del leggendario regista di Platoon: “Dove sono i poveri senza denti, gli uomini con la coppola, le vecchie con le coperte in testa?” chiedeva divertito mentre assaggiava i primi fichi della sua vita. Gli piacque molto partecipare alla festa di Santa Barbara ad Amaroni, dove il cannone della patrona dell’artiglieria fa tremare i vetri per chilometri. Apprezzò molto la visita al mosaico di Kaulon, il più grande di epoca ellenistica di tutto il meridione, che ci fu magistralmente illustrato dall’archeologo Francesco Cuteri fino ad immaginarsi con noi in un ambiente termale traboccante di vapori, avanzando a piedi nudi su un mosaico a dodici petali, uno per ogni divinità dell’olimpo, al cospetto del grande drago apotropaico dalla coda a spirale. Oliver lasciò la Calabria con bellissimi ricordi, il riconoscimento della “Colonna d’oro”, il premio è realizzato dal brand GB Spadafora, e una collana di peperoncini in valigia. La stessa che anni dopo, regalai a Susan Sarandon dopo il nostro giro tra i ceramisti di Squillace: “Un regalo degno di Frida Kahlo” disse la donna amabile che, da quando spinse il piede sull’acceleratore nella scena finale di Thelma e Louise, ci ha fatto per sempre volare con lei.

La pluripremiata costumista che ideò il look di Michel Jackson, Deborah Nadoolman, e il mito John Landis, regista dell’intramontabile Blues Brothers, vollero vedere il loro premio in versione originale, visitando insieme al Direttore del Museo Archeologico di Capo Colonna, il sito dove sorgeva il grande tempio dedicato ad Hera Lacinia. Quest’anno, invece, ho voluto fare un piccolo regalo a Kevin Costner, che ha preferito passare i suoi giorni calabresi in riva al mare: qualcosa di piccolo e prezioso, che interessa i sensi quando, poco dopo il tramonto, torniamo dal mare sulle colline, e il bosco, le montagne, gli ulivi, cespugli e foglie ci accolgono prodighi di frescura e profumano di più. Sono andata personalmente a raccogliere finocchietto, origano, rosmarino, alloro, e, con la collaborazione di Amarelli, Consorzio per il Bergamotto di Reggio Calabria, e Ideart bottega artigiana, ho aggiunto peperoncini fiammanti, rametti di liquirizia, una microbrocca di Squillace, un barattolino di miele e l’olio essenziale di bergamotto. Il tutto racchiuso in un piccolo crivo di Montepaone, cesto di giunchi opera dell’ingegno contadino, che rappresenta il sole e l’abilità artigiana. Non so perché ho pensato che questo navigato attore californiano potesse comprendere e apprezzare un dono così territoriale e intimo, ma Kevin Costner, sensibile, partecipe e persino emozionato, lo ha trovato poetico, mi ha detto quanto questi frammenti odorosi gli ricordassero le praterie di Horizon, il profumo della libertà. Lo stesso profumo di Calabria ha accompagnato Tim Robbins e altri protagonisti nel loro viaggio di ritorno.

Intanto il lavoro attorno al Festival non si ferma, già focalizzato sulle attività autunnali per le scuole, corsi propedeutici alla visione dei classici, approfondimenti, indicazioni sulle tante possibilità di lavoro offerte dal cinema, in modo che l’interesse per la settima arte non si fermi alla imbarazzante smania di apparire in una istantanea al fianco dei famosi, ma diventi attività formativa e stimolo per nuove professionalità. Come del resto è successo ai tantissimi registe e attori nati qui, tra i quali Gianni Amelio, Marcello Fonte, Peppino Mazzotta, Cristiano Caccamo, Mimmo Calopresti, Fabio Mollo, Giacomo Triglia, solo per citare alcuni di quelli che hanno saputo trasformare in cinema la bellezza e le contraddizioni di questa regione, scelta come set anche da Pasolini, Monicelli, Camerini, Germi, Rossellini, De Seta, Bellocchio, Wenders, Nuti, Avati, Rohrwacher e molti altri. Per un cinema che credevamo non ci fosse e che invece c’è sempre stato.