Mercoledì, 22 Marzo 2023

Verso l'Azienda unica 'R. Dulbecco' di Catanzaro

L’integrazione degli ospedali di Catanzaro ‘Pugliese-Ciaccio’ e ‘Mater Domini’ è uno dei grandi obiettivi che la sanità calabrese insegue da circa due decenni.

Accarezzato in alcuni frangenti, ma mai raggiunto.

In queste ultime settimane, la nascita dell’Azienda unica ‘Renato Dulbecco’ è più che mai vicina, mancando soltanto la firma del protocollo d’intesa fra Regione e Università Magna Graecia di Catanzaro.

Tutto si deve alla legge regionale n. 33 approvata dal Consiglio regionale a dicembre 2021. La legge, proposta dal presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, ha superato le ‘criticità’ costituzionali di cui erano viziate altri due precedenti provvedimenti legislativi dell’Assemblea di Palazzo Campanella. Oggi c’è la ferma volontà della Regione (con il presidente della Giunta Roberto Occhiuto che è anche il commissario ad acta della sanità) e dell’UMG di procedere alla fusione per incorporazione dei due ospedali. Nascerà così il polo sanitario più grande della Calabria e fra i più grandi d’Italia.

‘L’enormità’ dell’operazione non è riducibile al ‘solo’ fatto che si devono mettere assieme le teste delle principali istituzioni (Regione, Commissario della sanità, Università, i Ministeri competenti e, quantomeno sulle scelte di costruzione del nuovo ospedale, il Comune) ma anche due realtà completamente diverse. Da un lato un ospedale storico, il ‘Pugliese-Ciaccio’, votato all’assistenza e alla quantità delle prestazioni e dall’altro un ex Policlinico, come l’Aou Mater Domini, più direzionato sulla didattica, sulla ricerca e sulla formazione.

Con un occhio al passato più recente, c’è chi ha effettivamente creduto all’integrazione delle due infrastrutture senza però riuscirci. L’allora commissario ad acta Massimo Scura le provò tutte. O quasi. Inserì l’integrazione dei due ospedali di Catanzaro nel Programma operativo e tentò più strade. A metà del 2015 fu costituita una commissione paritetica (con rappresentanti dell’UMG e della Regione) suddivisa per branche sanitarie tematiche e riunitasi per ben sei volte (con tanto di verbali). Un processo che avrebbe dovuto portare a una fusione con questi esiti: una riduzione fisiologica dei primariati, il trasferimento del dipartimento materno infantile dal Pugliese al Mater Domini e un’Azienda complessivamente da 700 posti letto. Quando, però, il lavoro di mesi doveva trovare compimento, alla settima riunione – come racconta lo stesso Scura nel suo volume ‘Calabria Malata’- il rettore Aldo Quattrone “ha proposto una pausa di riflessione, confermata da tutti i componenti della squadra universitaria e, sfruttando l’assist insperato, anche dal direttore generale e dal direttore sanitario del Pugliese-Ciaccio”.

Insomma, quel percorso affondò nelle sabbie mobili. E ci fu una pausa di riflessione, in cui si riunì un Consiglio comunale aperto sulla localizzazione del nuovo ospedale. Ecco, altro tassello cruciale: solo e soltanto con l’Azienda unica Catanzaro potrà sbloccare i fondi per il nuovo ospedale. Tramontata la pista ‘tecnica’, ossia quella di partire dall’accordo fra Regione e Università, si scelse di perseguire la strada di una legge regionale che modificasse l’assetto del Servizio sanitario regionale e, subito dopo, di pervenire al protocollo d’intesa Regione-UMG. Con quest’approccio s’imbastì una lunga sequela di incontri riservati e altri aperti anche alla stampa fra i principali protagonisti della vicenda: commissario della sanità, consiglieri regionali, parlamentari, il sindaco della città. Riunioni nella maggior parte dei casi avvenute a Palazzo Alemanni, vecchia sede della presidenza della Giunta in cui si trovava ‘esiliato’ il commissario alla sanità pro tempore. Così a maggio del 2018, dopo una riunione a Lamezia Terme viene partorito un documento sui passaggi da consumare. Quell’atto si concretizzerà con una legge regionale approvata a marzo del 2019, che già allora presentava evidenti e serie problematiche (a incominciare dall’inclusione dello spoke di Lamezia Terme che nulla c’entrava con i due Hub di Catanzaro). Pertanto, la legge fu impugnata dal Governo per vizi di legittimità costituzionale. Nel frattempo, cambiò tutto: prima il governo nazionale e poi anche il commissario ad acta della sanità calabrese. E quando mutò anche l’Amministrazione calabrese, il presidente del Consiglio regionale dell’epoca, Domenico Tallini, tentò di porre rimedio con un intervento correttivo di Palazzo Campanella. Ma non fu sufficiente. Nonostante le buone intenzioni, il provvedimento fu infatti impugnato dall’Esecutivo nazionale e poi bocciato dalla Corte Costituzionale. E arriviamo ai giorni nostri. 

Filippo Mancuso

All’inizio della XII legislatura (fine 2021). Il neo presidente Filippo Mancuso ha proposto una legge per superare i rilievi della Consulta. Una legge che, superate alcune divergenze interpretative, con la sigla del protocollo d’intesa consentirà di portare a compimento il travagliato, sul piano legislativo e amministrativo, processo di integrazione. Il vero punto di svolta che consentirà la nascita dell’Azienda ‘R. Dulbecco’.