Venerdì, 19 Aprile 2024

Verso l’Assemblea nazionale di Avviso Pubblico, dalla Calabria idee e progetti

Il Presidente Montà e la Vicepresidente Sacco: “Il dialogo tra amministratori pubblici e attori del territorio per riportare legalità e fiducia nelle istituzioni”.

Gli amministratori pubblici, spina dorsale del nostro paese, sono sempre più spesso bersaglio di intimidazioni e minacce. Quotidianamente, ad ogni latitudine del Paese, donne e uomini che ricoprono un ruolo politico-amministrativo sono destinatari di lettere e messaggi intimidatori, insulti sui social, incendi o spari verso case e auto, esplosivi. Si tratta di aggressioni che in prevalenza hanno una matrice criminale, benché siano in espansione anche i casi in cui a colpire sono i singoli cittadini.

La Calabria è tra le regioni maggiormente colpite, dietro a Campania, Sicilia e Puglia. Ad accendere i riflettori su un fenomeno allarmante, che si estende anche alle regioni del Nord sebbene con forme ed intensità differenti, è Avviso Pubblico, l’associazione di enti locali, Province e Regioni che da oltre vent’anni si occupa di promozione della legalità, della cittadinanza responsabile e di contrasto alla corruzione e alle mafie. La rete opera in tutta Italia con amministrazioni di qualsiasi colore politico.

Avviso pubblico realizza progetti, iniziative e corsi di formazione, raccoglie e diffonde buone pratiche amministrative, notizie e documentazioni aggiornate. Ma non solo. Grazie ad un lavoro di monitoraggio che dura da quasi un decennio, Avviso Pubblico cura il “rapporto” delle minacce e delle intimidazioni rivolte agli amministratori locali, ai funzionari pubblici e al personale della Pubblica amministrazione accendendo i riflettori sul tema degli “Amministratori sotto tiro. La buona politica contro le intimidazioni mafiose”. Offrire visibilità ed attenzione sia sul piano mediatico che istituzionale è necessario per innescare un cambio di mentalità ed ottenere risposte efficaci di contrasto: è doveroso che gli amministratori pubblici non si sentano soli e che siano difesi da una comunità consapevole e impegnata.

La trasparenza e la “buona amministrazione”, attorno alla quale costruire una narrazione positiva, sono i passi fondamentali per rinsaldare il rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni per una battaglia, alla mafia e alla corruzione, che deve essere condivisa. La necessità di fare rete è la traccia, infatti, degli incontri che in tutta Italia sono in corso di svolgimento in vista della prossima Assemblea nazionale, che si svolgerà il prossimo 21 novembre ad Arezzo, durante i lavori dell’Assemblea ANCI, e prevede il rinnovo delle cariche associative nazionali e territoriali, la programmazione delle attività per gli anni futuri e la discussione di un documento che consentirà all’associazione di crescere nel panorama nazionale.

E proprio a Lamezia Terme, nei gironi scorsi, si è tenuto il Coordinamento regionale di Avviso Pubblico che in considerazione di quanto accaduto in Calabria negli ultimi anni in tema di prevenzione e contrasto alle mafie e alla corruzione, ha inteso fare il punto sulle iniziative da programmare e realizzare sul territorio. All’incontro, oltre alla Coordinatrice regionale e Vicepresidente, Maria Antonietta Sacco, erano presenti anche il Presidente di Avviso Pubblico, Roberto Montà, e il Coordinatore nazionale, Pierpaolo Romani. La partecipazione si è estesa al Comune di Amaroni, di Benestare, di Cinquefrondi, di Cittanova, di Marcellinara, di Miglierina, di Polistena e la Regione Calabria.

A margine dell’iniziativa abbiamo avuto modo di raccogliere alcune riflessioni del Presidente di Avviso Pubblico, Roberto Montà.

Amministratori sotto tiro, è allarme nei numeri ma non nella coscienza collettiva del fenomeno?

Roberto Montà

“Colpire le istituzioni significa colpire la democrazia e la Costituzione che ne è alla base. In Italia la presenza mafiosa riguarda tutto il Paese e laddove la mafia non spara, non minaccia o non uccide è in realtà sotto traccia e molto spesso sottovalutata anche dalla stessa opinione pubblica. Il ruolo di Avviso Pubblico, in questa direzione, è centrale. Abbiamo portato all’attenzione nazionale la questione degli amministratori sotto tiro tanto che il nostro rapporto ha dato vita ad una legge che colpisce e punisce con delle specifiche aggravanti coloro che si rendono responsabili di atti di intimidazione e di aggressione nei confronti degli amministratori pubblici. Attendiamo adesso che l’Osservatorio sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali che il Ministero dell’Interno ha costituito ci consenta di confrontare i propri dati con i nostri. Noi mettiamo insieme segnalazioni e notizie provenienti dai media su questi fatti che sarebbe utile incrociare con le denunce registrate dalle Forze dell’Ordine. Questo consentirebbe di mettere in campo un’azione condivisa per portare alla luce il fenomeno nella sua completezza”.

Avviso Pubblico lavora sui territori, con molteplici tipologie di strumenti, per mettere in luce le buone pratiche e la buona amministrazione che ci sono in tante realtà. Qual è la principale sfida della rete?

“Gli amministratori sono le istituzioni più vicine ai cittadini, se sono loro simbolo di legalità e organizzatori della legalità sul territorio ecco che un primo pezzo di contrasto alle mafie parte dalle istituzioni che in questo caso non subiscono ma agiscono”. - La Calabria detiene il record negativo di comuni sciolti per infiltrazioni mafiose. Avviso Pubblico ha da tempo aperto una riflessione sulle criticità formali e pratiche dell’attuale normativa sullo scioglimento dei comuni che è stata riproposta anche durante il Coordinamento regionale.

“Pensiamo che la legge abbia bisogno di una rivisitazione organica perché dal ‘91 ad oggi sono cambiate molte cose e tutte le modifiche che nel tempo ci sono state hanno riguardato solo dei pezzi. L’idea nostra è fare una analisi e cogliere alcune occasioni per provare a rivederla in maniera organica sapendo che la funzione della legge è di essere una misura preventiva non una sanzione per il comune o per il territorio che viene coinvolto. Si tratta di una misura che deve consentire di riportare la legalità e la fiducia tra cittadini ed istituzioni. Il nostro obiettivo è che le nostre riflessioni vengano accolte dal Parlamento e dagli organismi deputati ai quali chiediamo anche che vegano posti in essere strumenti di accompagnamento per aiutare quelle comunità a selezionare una classe dirigente adeguata al fine di ristabilire il rapporto di fiducia. È necessario anche che cittadini e forze siano più responsabili e attenti su questi temi”.

Tra le principali anime che sostengono il percorso di Avviso Pubblico Maria Antonietta Sacco, vice presidente nazionale di Avviso pubblico ma anche amministratore nel comune di Carlopoli.

Attualmente Avviso Pubblico in Calabria conta 18 enti locali aderenti. L’obiettivo è potenziare la rete sui territori, quali prospettive e quali le sfide per rilanciare l’azione dell’associazione?

Maria Antonietta Sacco

“In occasione del Coordinamento regionale di Avviso Pubblico abbiamo discusso con i vari soci presenti e ci siamo interfacciati anche con gli amministratori che hanno aderito da poco all’associazione, portando energia ed effervescenza nel confronto interno, sul documento che verrà sottoposto all’attenzione del Coordinamento nazionale di Avviso pubblico. Un appuntamento che segna una tappa fondamentale per il futuro della nostra associazione che si svolgerà per altro in concomitanza dell’assemblea Nazionale di Anci amplificando, così, la portata delle iniziative e degli impegni che le due realtà portano avanti al servizio delle istituzioni e al fianco di chi giorno dopo giorno è impegnato a favorire sviluppo e competitività dei territori. Nel corso del coordinamento calabrese è apparso evidente, anticipando i contenuti che saranno alla base del confronto di carattere nazionale, la necessità di riportare al centro del dibattito pubblico alcuni temi prioritari come il contrasto alle mafie e alla corruzione, la revisione della legge sullo scioglimento dei comuni, le azioni di sostegno agli amministratori sotto tiro e le misure di sensibilizzazione sul fenomeno dell’azzardopatia. Vogliamo far comprendere, rafforzando la nostra credibilità sui territori attraverso una presenza sempre maggiore con iniziative e interventi, che la nostra rete si fonda soprattutto sui servizi e sullo scambio di buone pratiche. Tra le attività su cui si concentra maggiormente l’impegno di Avviso pubblico ci sono, infatti, la formazione e l’assistenza rivolta agli amministratori locali. Intendiamo incrementare le partnership con le altre realtà dell’associazionismo ma anche incontrare le università, i sindacati, gli ordini professionali. Guardiamo con grande attenzione anche alle relazioni istituzionali: saldare il dialogo tra gli amministratori pubblici con le Questure e le Prefetture, con i comandi dei Carabinieri e della guardia di Finanza è imprescindibile per creare sinergie virtuose a beneficio della comunità”.

Il rapporto di Avviso Pubblico ha censito, nel 2018, 574 atti intimidatori, di minaccia e violenza.  Una media di 11 intimidazioni a settimana, una minaccia ogni 15 ore, il 7% in più rispetto al 2017. Tra le province con il maggior numero di intimidazioni c’è Reggio Calabria con 17 episodi denunciati (quarto posto dietro Napoli, Palermo e Roma). Dietro ai numeri ci sono le storie degli amministratori sotto tiro e Avviso Pubblico è al fianco di tanti sindaci coraggiosi. Qual è la sua testimonianza sia nella veste di organo direttivo dell’associazione che come amministratore?

“Il compito di Avviso Pubblico è quello di stare vicino agli amministratori sotto tiro e alle loro famiglie. L’amministratore vittima di minacce o attentati deve sentire dietro le sue palle la presenza forte dello Stato e il supporto della rete istituzionale e sociale, che non si esaurisca nei soli momenti pubblici. La missione della rete nazionale degli Enti locali antimafia è proprio questa, essere presenti, ed esserlo più degli altri perché siamo amministratori pubblici e sappiamo cosa significhi dire dei ‘no’ ma anche quanto sia difficile non cedere e non essere dissuasi dalle proprie azioni quando si subiscono delle intimidazioni. Riteniamo doveroso sostenere l’interlocuzione con gli attori del territorio, accompagnando allo studio dei fenomeni anche il momento della proposta e della formazione. In questa direzione è fondamentale la nostra azione nelle scuole, che intendiamo rafforzare sempre di più, anche per restituire credibilità alla politica, intesa come azione meritoria e nobile di servizio e missione a favore della collettività. Informiamo e sensibilizziamo i giovani studenti sulla pervasività delle mafie, facciamo esercizio della memoria portando le testimonianze e gli esempi di sindaci coraggiosi: pensiamo agli amministratori che hanno detto dei no, e che non si sono piegati alla logica delle mafie pagando con la loro stessa vita come il sindaco-pescatore di Pollica Angelo Vassallo, il sindaco di Pagani Marcello Torre, o un esempio a noi più vicino come il rosarnese Giuseppe Valarioti. La nostra volontà è realizzare occasioni di riflessione e di approfondimento capaci di creare una cittadinanza attiva e responsabile portando i ragazzi ad avvicinarsi all’impegno civico e alla politica”.

Avviso Pubblico e la Commissione antindrangheta della Regione Calabria insieme contro l'azzardopatia, uno dei mali più pericolosi della società moderna. Quali sono le iniziative?

“La collaborazione con la Commissione regionale antindrangheta si realizza su più fronti in maniera costante e proprio sull’azzardopatia abbiamo intenzione di intensificare le sinergie. Vogliamo realizzare iniziative che coinvolgano tutti i sindaci calabresi per creare momenti di approfondimento su quella che è una problematica tanto grave, che produce pesanti disagi ed elevati costi sociali, ma altrettanto sottovalutata, e dare sostegno alla legge regionale che prevede specifiche misure contro il gioco d’azzardo patologico. Abbiamo pensato ad un percorso insieme affinché la legge possa diventare uno strumento concreto e ampiamente condiviso per contrastare questo ed altri fenomeni che frenano il cambiamento e la crescita socioeconomica della nostra terra”.