Da martedì 21 giugno su Rai Storia, per sei settimane, è possibile seguire la docu-serie “Donne di Calabria”, una co-produzione Calabria Film Commission e Anele, in collaborazione con Rai Cultura, prodotta da Gloria Giorgianni con Emma Di Loreto, da un’idea produttiva di Giovanni Minoli.
Un’ affascinante ed inedita narrazione al femminile in 6 puntate per raccontare le storie di sei donne calabresi che nel novecento hanno segnato indelebilmente la storia civile, politica e intellettuale della nostra regione e dell’Italia. Storie di donne esemplari, dai tratti eroici, spesso sconosciute al grande pubblico ma accomunate da un forte segno di modernità che ha permesso loro di ritagliarsi uno spazio nella cultura identitaria della Calabria.
Le attrici Eleonora Giovanardi, Margareth Madè, Tea Falco, Marianna Fontana, Rocìo Muñoz Morales e Camilla Tagliaferri, sono chiamate ad interpretare rispettivamente le storie uniche ed irripetibili di: Adele Cambria, giornalista e femminista (Reggio Calabria, 1931 - Roma, 2015); Jole Giugni Lattari, la prima donna calabrese ad entrare in Parlamento (Tripoli, 1923 - Roma, 2007); Caterina Tufarelli Palumbo, la prima sindaca donna in Italia (Nocara, 1922 - Roma, 1979); Clelia Romano Pellicano, la giornalista e scrittrice (Castelnuovo della Daunia, 1873 - Castellamare di Stabia, 1923); ed in ultimo, non certo per importanza - è il caso di dirlo - Rita Pisano e Giuditta Levato.
Quest’ultime, la sindaca Rita Pisano (Pedace, 1926 - Pedace, 1984) e la contadina vittima della lotta al latifondo Giuditta Levato (Albi, 1915 - Calabricata, 1946), sono celebrate nella sede del Consiglio regionale della Calabria a Reggio Calabria.
Palazzo Campanella infatti, nel primo piano, adicentemente al cosiddetto Transatlantico, ospita l’aula ‘Giuditta Levato’ e la sala stampa ‘Rita Pisano’.
L’aula ‘Levato’, che in passato servì per lo svolgimento delle sedute del Consiglio regionale, prima che fosse ultimata l'attuale sala consiliare, ospita prevalentemente conferenze, convegni ed iniziative dei gruppi consiliari, ed è appunto dedicata alla giovane bracciante calabrese, martire delle lotte sociali avvenute in Calabria alla fine della seconda guerra mondiale.
Nata a Calabricata, frazione di Sellia Marina in provincia di Catanzaro, Giuditta fu uccisa il 28 novembre del 1946, all’età di 31 anni, da un colpo sparatole al ventre dal servitore di un latifondista, mentre, incinta del suo terzo figlio, difendeva un proprio diritto ad occupare i terreni incolti dell’allora vastissimo latifondo calabrese posseduto da pochi e ricchi proprietari.
L’intitolazione della sala stampa ‘Rita Pisano’ invece, è molto più recente. (Inaugurazione Sala stampa RITA PISANO)
Inaugurata nel febbraio del 2019, alla presenza dell’allora Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, accoglie al suo interno una copia del ritratto di Pablo Picasso realizzato nel 1949 ‘La jeune fille de Calabre’, nel quale venne immortalato il volto della giovane pasionaria calabrese durante l’accorato intervento al Congresso mondiale per la pace a Roma. Rita Pisano è stata una prestigiosa figura istituzionale calabrese, per venti anni (dal 1964 al 1984) sindaco di Pedace (oggi Casali del Manco).
Un autentico simbolo femminile, testimonianza di elevata caratura politica e culturale. Una donna travolgente il cui profilo biografico è stato tratteggiato compiutamente dal libro edito da Rubbettino “L’Ape furibonda”, attraverso il quale si rende omaggio al valore di una donna che ha speso e sacrificato la propria vita per il riscatto e la giustizia sociale, in una terra martoriata come la Calabria.
In quell'occasione Laura Boldrini ha voluto omaggiare il ricordo di una donna potente, assertiva, volitiva ed anche bella. Disse allora: "Rita aveva tutto e spesso alle donne che hanno tutto non si perdona niente. Rita era libera e militante, non ha mai smesso di combattere contro le ingiustizie, con lo strumento della cultura e dell’impegno… anche quando venne espulsa dal partito comunista! Lei, figura che va oltre i pregiudizi, testimone di slanci di generosità, era un portento perché ha contribuito fattivamente alla grandezza dell’Italia. Non è retorica. Rita Pisano è un simbolo, e spero che i suoi valori ritornino attuali nel contesto contemporaneo perché ne abbiamo fortemente bisogno. Lei parlava di diritti delle donne, della loro rappresentanza e combatteva per difendere le loro libertà; per questo sono fieramente convinta che se fosse stata qua, Rita si sarebbe commossa”.