Giovedì, 20 Marzo 2025

Il tenore calabrese "in borghese" che ha salvato il Metropolitan di New York

È accaduto il 23 Aprile scorso. Francesco Anile, tenore calabrese di origini reggine, nato a Polistena, in jeans e maglietta è andato in scena nell'ultimo atto di Otello per sostituire il collega lettone Aleksandr Antonenko, vittima di un clamoroso abbassamento È accaduto il 23 Aprile scorso. Francesco Anile, tenore calabrese di origini reggine, nato a Polistena, in jeans e maglietta è andato in scena nell'ultimo atto di Otello per sostituire il collega lettone Aleksandr Antonenko, vittima di un clamoroso abbassamento di voce. Il contesto non era dei più semplici, perchè si trattava del teatro Metropolitan ("  Met"  )  di New York.Anile al Met New York
Protagonista indiscusso di un evento degno di analogia con grandi "maestri" come Pavarotti, Toscanini e Caruso, i quali, grazie ad un' analoga situazione, si lanciarono alla ribalta della lirica mondiale e rappresentano tutt' oggi, i pilastri della storia della musica operistica dell'ultimo secolo.
Accettando "un invito di emergenza" del direttore di palcoscenico, Anile non ha esitato un attimo, e non ha avuto neppure il tempo di cambiarsi d'abito. Non si è tirato indietro davanti una chiamata tanto prestigiosa quanto incredibilmente complicata. L'Otello procedeva spedito quando il direttore ha chiamato Anile intimandogli di salire sul palco, perché Antonenko non era più in grado di continuare. «Non c'era tempo per cambiarsi, non c'era tempo per nulla». Anile ha prestato la sua voce al collega. Nessuno se n' è accorto, perchè il tenore calabrese è rimasto nascosto nel proscenio vicino la quinta con addosso un mantellino nero per meglio mimetizzarsi.
Gli addetti ai lavori sanno che non tutti avrebbero accettato. Anche i più bravi tenori al mondo. La posta in palio era troppo alta. In questi ambienti e a questi livelli non possono permettersi di "steccare" e di offuscare la gloria accumulata in anni di celebrata carriera. Francesco AnileCatapultarsi su un palco senza aver riscaldato la voce, senza una fase di preparazione mentale adeguata in soli cinque minuti, con un alto rischio di esposizione professionale. Lui ha rischiato e ha conquistato New York. Ha conquistato il mondo intero. Finito sulle prime pagine di giornali di tutto il mondo, Francesco Anile ha dato lustro alla sua Calabria e alla sua terra.
Ma la sua fama non decolla certo oggi. La sua grande carriera che lo ha portato a calcare i mgliori palcoscenici del mondo, ha avuto uno dei momenti massimi di esaltazione quando nel 2011 alla Scala di Milano, fu applaudito per 18 minuti nel ruolo di compare Turiddu, nella "  Cavalleria Rusticana".
Quando Francesco Anile è comparso sulla scena, persino il direttore d'orchestra è rimasto stupito. Seppur visibilmente sorpreso, ha capito cos' era successo e ha regolarmente proseguito l'opera. Così Anile in jeans, maglietta e scarpe da tennis, ha brillantemente compiuto il suo ruolo, mentre lo sfortunato Antonenko - in playback - ha strangolato sua moglie Desdemona, ha interpretato l'aria Niun mi tema e si è tolto la vita in una scena che è durata più di tredici minuti. Nel momento in cui è calato il sipario, il "Met" ha "confessato" al pubblico quello che era accaduto, scatenando un vero e proprio tripudio di applausi per Francesco Anile. Il tenore calabrese, emozionato, si è goduto i meritati riconoscimenti, consapevole di essere stato protagonista di un momento di alta classe e professionalità.