Il Mit di Boston, prestigioso Istituto di tecnologia del Massachusetts, ha rivolto lo sguardo sul piccolo borgo di Vaccarizzo.
La piccola frazione montana di Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza, con i suoi circa cinquecento abitanti, è, infatti, diventata oggetto delle sperimentazioni del prestigioso istituto di tecnologia statunitense, volto a stabilire pratiche per il ripopolamento di aree a rischio abbandono. Il piccolo borgo, dunque, diventerà un prototipo di rigenerazione sociale grazie ad una iniziativa internazionale che coinvolge ben trentacinque paesi del mondo, trecento team e altrettante idee di trasformazione sociale. Ed è nato così il progetto “I live in Vaccarizzo”. Il perché si è voluto scegliere anche Vaccarizzo lo spiega proprio il Mit: «Abbiamo selezionato la proposta di ripopolamento delle aree marginali presentata da Brit, una start up innovativa impegnata nella rigenerazione di borghi e dimore storiche a rischio di abbandono.
Fra dieci location italiane, è stata scelta Vaccarizzo in considerazione di alcuni indicatori: la valenza storica del territorio, le risorse attrattive, la disponibilità della comunità locale». Un progetto che dà lustro all’intero territorio e all’intera regione, accolto con grande soddisfazione dagli abitanti, la cui sfida è quello di «contrastarne lo spopolamento, nell’ambito del primo “Societal Transformation Lab del Presencing Institute”, piattaforma di ricerca per la trasformazione profonda dei sistemi e una comunità di cinquemila e cinquecento membri. L’equipe del Brit, composta dagli architetti Federica Benatti e Michela Rossi dall’imprenditore Renzo Provedel, hanno già in mente di attivare nel borgo calabrese processi di cambiamento attraverso la pratica della progettazione partecipata e il coinvolgimento della comunità nelle soluzioni dei problemi. Nel team di ricerca anche la montaltese Roberta Caruso, imprenditrice fondatrice a Montalto del coliving Home for Creativity, la quale spiega: «Il borgo di questa frazione custodisce tradizioni e antichi mestieri. La bachicoltura e la lavorazione della seta, l’intaglio del legno, i prodotti tipici dell’agroalimentare, declinati in chiave contemporanea, costituiscono risorse su cui progettare un nuovo modello sociale ed economico, capace di ripopolare le case e rilanciare le attività».