Quello per la “Casetta blu” era un desiderio che il regista romano Luigi Parisi portava dentro da tanto tempo.
Anche a lui era successo, come a tanti tra quelli che passano sulla statale 106 di Reggio Calabria, di rimanere affascinato dalla colorata e misteriosa costruzione. Un fascino che negli anni ha portato la Casetta blu ad essere protagonista di storie, sogni, fantasie. Fate e fantasmi, folletti e apparizioni: sembra che ognuno abbia qualcosa da raccontare sulla casa.
Ma la fantasia di Parisi si è concretizzata lo scorso anno. La Casetta blu, rimasta per molti anni abbandonata, ha ritrovato la sua proprietaria. E Maria Antonietta Zuccalà, di origine reggina, da quando è tornata nella città dello Stretto si è dedicata a ridare nuova vita all’antica costruzione. E così dall’incontro tra la proprietaria ed il regista è nato il corto “La casa blu – The older blu house”, girato lo scorso anno e presentato quest’estate. «Nel 2015, dopo aver visto questa particolarissima casa coloniale abbandonata, volevo dedicarle un progetto degno del suo fascino – confessa il regista romano - una notte avevo fatto delle riprese sul posto coi raggi infrarossi. Ma poi quell’estate ho avuto dei problemi ed ho dovuto abbandonare il progetto». E invece, una volta trovato il modo di arrivare alla casa, tutte le altre problematiche legate al fatto di dover girare un corto sono state superate grazie all’accoglienza ed alla disponibilità delle persone incontrate.
La creazione della sceneggiatura è avvenuta di getto. «L’ho scritto una notte. Mi è sempre piaciuto indagare su ciò che non è visibile. È stata la Casetta ad ispirarmi con le tante storie che venivano raccontate dei volti e delle immagini impressionate sui vetri. Ho girato in lungo ed in largo la Calabria per anni e della Casetta dai muri colorati mi sono innamorato». Un amore per il quale il regista de “L’onore e il rispetto” e di tante premiate storie andate in onda su Mediaset ha creato un set spaventoso ma magnifico.
Un film alla Casetta blu: il sogno si avvera
C’è da sottolineare che essendo la Casetta nel suo interno inagibile si è dovuto pensare ad un altro posto per le scene girate “dentro”. E qui un ruolo fondamentale lo ha avuto la macchina organizzativa che gira intorno a Parisi: la produttrice Cecilia C. Maesano Monorchio e la location manager Domenica Monorchio. Le riprese sono state fatte a Motta San Giovanni grazie alla casa di Memè Infortuna, trovata dall’assessora comunale Enza Mallamaci. E così si è potuto usufruire di uno stabile molto antico e che si adattava bene alla scenografia degli interni. E, per completare l’opera, Mary Foti e Giuseppe Barillaro, oltre un bellissimo barbagianni (Babalù) ed una deliziosa civetta delle nevi, Carmela (quella di Harry Potter per intenderci), hanno fornito la loro abitazione per poter realizzare la scena che apre il corto. L’altra particolarità è che nel ruolo di attori sono stati impiegati Vincenzo Pinneri, Marinilda Riberio e la piccola Natalia. Tutti e tre, non professionisti e alla prima esperienza davanti all’obiettivo di una cinepresa. Un’altra sfida ben riuscita per il regista romano. Parisi si è avvalso delle musiche del Globo d’Oro Marco Werba e del celeberrimo Adam Kadmon, volto mascherato del programma Mistero di Italia uno.
Casetta blu, la prima del corto
Il corto mistery è stato proiettato il 18 agosto proprio a Motta San Giovanni. Per l’occasione oltre al regista, cast, produzione, in piazza della Municipalità c’erano le cariche istituzionali, il sindaco Giovanni Verduci, Enza Mallamaci, i location manager Saverio Verduci e Domenica Monorchio, i proprietari Memè Infortuna e Maria Antonietta Zuccalà. La serata ha avuto una madrina d’eccezione, miss Calabria Eleganza 2021.
Un corto che ha anche un valore più ampio rispetto a quello cinematografico, coi richiami al maestro Dario Argento di Suspiria. Il film infatti è stato prodotto a costo zero, senza budget. «Così come lo sono tutti i miei cortometraggi – afferma il regista - avere il sostegno economico non equivale per forza ad avere maggiore qualità del prodotto. La costruzione della linea produttiva è frutto dalla volontà delle persone che ne hanno preso parte e che, attraverso il loro impegno e le loro forze, lo hanno reso possibile. La Calabria che ho imparato a conoscere in questi anni – aggiunge – è molto diversa da quella descritta dalle cronache: la disponibilità e l’accoglienza dei calabresi non l’ho mai incontrata da nessun’altra parte. Una collaborazione che commuove e che dovrebbe essere d’esempio per come una comunità dovrebbe interagire per un mondo migliore».
Il futuro della Casetta blu
Qualche giorno dopo la presentazione è avvenuta anche alla Casetta blu che, nel frattempo spinge per diventare un luogo del cuore, parte di un ampio progetto che la proprietaria sta portando avanti con dedizione. Come chiarisce la stessa: «In attesa che la Casetta possa essere sistemata, ho pensato a cosa lo spazio intorno possa rappresentare per la collettività: un luogo di apertura verso il territorio, incontri, di eventi, di convivialità, di arte, di coltura e di cultura. L’apertura dello Spazio Agorà, a fine luglio 2021, è stato il primo passo verso il sogno che, piano piano, e con l’aiuto di tante persone che sentono un legame e un’affezione verso la casa si procederà. Un primo passo apprezzato per il pubblico che non vedeva l’ora di poter ammirare la casa da vicino». Già da questa estate, dopo l’inaugurazione, la Casetta è diventata luogo di arte, di musica, di dibattiti e di incontri. In attesa di continuare a sognare e a far sognare, in altri modi, chi guarda i suoi muri blu…