
Il Presidente Irto ha sottolineato la portata dell’evento: “Oggi a Reggio Calabria è stata scritta una pagina bellissima di impegno civile e sociale: una giornata contrassegnata da una grande partecipazione popolare e giovanile, che fa partire dal profondo Sud un messaggio chiaro: occorre avviare una nuova stagione dei diritti delle donne e di tutte le persone che subiscono violenza. Momenti intensi e toccanti, scaturiti dall’intervallarsi degli interventi di giovani studenti e delle istituzioni deputate a prendere la parola sul palco.

Anche il Procuratore di Reggio Calabria Cafiero De Raho, è intervenuto a “La Calabria contro la violenza sulle donne”, lanciando un monito a tutti gli studenti “Bisogna difendere i propri diritti a qualunque costo, bisogna saper difendere la propria libertà e lo Stato deve essere affianco a voi in questa difficile battaglia”.
Un corteo allungato dalle tantissime presenze, ha raggiunto l’Arena del lungomare di Reggio Calabria dove hanno avuto inizio ‘appelli’ delle autorità chiamate ad intervenire, cadenzati dalle dolci “ingerenze” di alcuni studenti calabresi.
Il Sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, è il primo a prendere la parola sul palco, che si affaccia sullo Stretto. Il suo, è un rivolgersi a tutti gli studenti:

Subito dopo ha preso la parola il Prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari: “Lo stato si fa carne viva. In questo contesto siamo costretti ad unire le forze, per salvaguardare il nostro diritto di essere liberi. Liberi da ogni tipo di violenza e soprattutto dalla violenza sulle donne. Oggi è forte la presenza dello stato e questa manifestazione ritrae una squadra valorosa di uomini e donne che non indietreggiano”.
Un intervento duro e convinto è arrivato dalla Presidente della Camera, Laura Boldrini: “La violenza sulle donne non è un fatto privato. Ma è un delitto contro i diritti umani. Oggi vedo tanti uomini accanto a noi. Sindaci, sindacati, associazioni, istituzioni, amministratori e tanti cittadini: questo è un punto di forza dal quale partire.

Il Ministro per le Pari Opportunità, Maria Elena Boschi, nel corso del suo intervento, ha ricordato Franca Viola e il suo sacrificio per far abolire la legge che prevedeva fino al 1981, l’“attenuante” del delitto passionale: “In tanti e insieme; tutti i livelli dello stato e della nostra comunità sono presenti. Quest’ oggi vogliamo condividere la responsabilità di dire basta a qualsiasi forma di violenza. Il mio grazie agli studenti. Grazie a Franca Viola che nel lontano 1965 non accettò il matrimonio riparatore. Fu la prima donna italiana a rifiutarlo. Violentata e sequestrata da 13 persone. Una volta liberata si rifiutò di sposare chi l’aveva violentata. Sconfiggendo la paura di dire no ad un mafioso.

Antonella Veltri (centri antiviolenza), ha ribadito con forza e veemenza, tutta la disponibilità e tutto il sostegno alla ragazza di Melito. Soprattutto durante il processo, come costituzione di parte civile.
Rosy Bindi, Presidente della Commissione Anti Mafia, ha voluto esprimere con durezza e chiarezza il proprio sdegno verso chi ha deturpato la purezza di una bambina. “La ragazzina vittima di violenza, è stata privata del diritto di usare il suo nome. Oggi onoriamo il suo coraggio e la sua forza; ma non dobbiamo ignorare il contesto nel quale è avvenuto questo scempio. Questo episodio è stato possibile, grazie al condizionamento mafioso e non deve nasconderlo, né la Calabria e né l ‘intero Paese. C’è stata intimidazione e c’è stata violenza. C’èstata l’imposizione del silenzio e l’imposizione di omertà. Scaturendo un paradossale senso di colpa nella ragazza.

Infine ha preso la parola un visibilmente commosso Mario Oliverio, Presidente della Regione Calabria: “Questo evento era necessario dopo gli episodi di Melito. Era indispensabile di fronte a ciò che accade ogni giorno, quando le donne sono vittime di violenze con diverse specificità. Questa manifestazione l’ho fortemente voluta perché desideravo che da questa terra partisse un messaggio forte, di speranza. Mai più indifferenza, mai più omertà. Da questa terra sfregiata dalla ndrangheta, doveva partire un moto, da rivolgere all’Italia. E così è stato. La Calabria non si piega ma vuole costruire un futuro migliore per i propri giovani. La presenza di tanti giovani, oggi dimostra, che abbiamo fatto un’ottima scelta. Saremo promotori di un percorso culturale con le scuole, saremo animatori della capacità di tolleranza come fattore portante di civiltà. Oggi più che mai, siamo orgogliosi di essere calabresi, perché figli di una storia nobile”.