Mercoledì, 26 Marzo 2025

Manifestazione a Reggio. La violenza sulle donne “non è un fatto privato“ ma riguarda tutti. Entusiasimo e moltissimi giovani

Una marcia silenziosa, affollata, sotto un cielo slacciato da nuvole, quest'oggi ha riempito il lungomare Falcomatà di Reggio Calabria. Da Piazza Indipendenza si è proceduto fino all' Anfiteatro “Ciccio Franco”, per quasi un chilometro di percorso, arricchito dalla presenza di Una marcia silenziosa, affollata, sotto un cielo slacciato da nuvole, quest'oggi ha riempito il lungomare Falcomatà di Reggio Calabria. Da Piazza Indipendenza si è proceduto fino all' Anfiteatro “Ciccio Franco”, per quasi un chilometro di percorso, arricchito dalla presenza di giovani studenti, amministratori, associazioni, sindacati, gente comune e istituzioni. manifestazione contro la violenza donne3Si, le istituzioni calabresi che fortemente hanno voluto quest'iniziativa per dire “basta” alla violenza sulle donne, e per dire basta ad ogni tipo di violenza. In testa al corteo, con la Presidente della Camera Boldrini, con la Ministra delle Pari Opportunità Boschi e con la Presidente della Commissione parlamentare 'Antimafia', c'erano tutti. Dal Presidente della Regione Oliverio, al Presidente del Consiglio Irto, a quasi tutti i consiglieri regionali. Non una passerella, ma un grido di protesta e di ribellione contro chi continua ad opprimere questa terra con ogni forma di violenza. Una presa di coscienza e un richiamo alla sensibilità mediatica, da parte di tutti, unitamente, senza distinzione di colore partitico o estrazione politica. Un chiaro messaggio, che non deve essere sgualcito da mere strumentalizzazioni propagandistiche.
Il Presidente Irto ha sottolineato la portata dell’evento: “Oggi a Reggio Calabria è stata scritta una pagina bellissima di impegno civile e sociale: una giornata contrassegnata da una grande partecipazione popolare e giovanile, che fa partire dal profondo Sud un messaggio chiaro: occorre avviare una nuova stagione dei diritti delle donne e di tutte le persone che subiscono violenza. Momenti intensi e toccanti, scaturiti dall’intervallarsi degli interventi di giovani studenti e delle istituzioni deputate a prendere la parola sul palco. manifestazione contro la violenza donne4Dalla commozione di Oliverio alla fermezza di Rosy Bindi. Tra i più belli, l’istante in cui la Presidente della Camera, Laura Boldrini, al termine del suo intervento ha abbracciato il sindaco di Melito Porto Salvo, Meduri, assicurandogli tutto il proprio sostegno in una fase molto delicata della suo percorso amministrativo.
Anche il Procuratore di Reggio Calabria Cafiero De Raho, è intervenuto a “La Calabria contro la violenza sulle donne”, lanciando un monito a tutti gli studenti “Bisogna difendere i propri diritti a qualunque costo, bisogna saper difendere la propria libertà e lo Stato deve essere affianco a voi in questa difficile battaglia”.
Un corteo allungato dalle tantissime presenze, ha raggiunto l’Arena del lungomare di Reggio Calabria dove hanno avuto inizio ‘appelli’ delle autorità chiamate ad intervenire, cadenzati dalle dolci “ingerenze” di alcuni studenti calabresi.
Il Sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, è il primo a prendere la parola sul palco, che si affaccia sullo Stretto. Il suo, è un rivolgersi a tutti gli studenti: manifestazione contro la violenza donne7“Voi fate la differenza nell’ indifferenza. Noi sappiamo da che parte stare: noi stiamo dalla parte di chi è stata privata della sua innocenza. Oggi noi reggini siamo uniti e coesi in un unico abbraccio, con la speranza che possa arrivare alle studentessa di Melito Porto Salvo.”
Subito dopo ha preso la parola il Prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari: “Lo stato si fa carne viva. In questo contesto siamo costretti ad unire le forze, per salvaguardare il nostro diritto di essere liberi. Liberi da ogni tipo di violenza e soprattutto dalla violenza sulle donne. Oggi è forte la presenza dello stato e questa manifestazione ritrae una squadra valorosa di uomini e donne che non indietreggiano”.
Un intervento duro e convinto è arrivato dalla Presidente della Camera, Laura Boldrini: “La violenza sulle donne non è un fatto privato. Ma è un delitto contro i diritti umani. Oggi vedo tanti uomini accanto a noi. Sindaci, sindacati, associazioni, istituzioni, amministratori e tanti cittadini: questo è un punto di forza dal quale partire. manifestazione contro la violenza donne4Ai violenti dico: rassegnatevi, non rinunceremo alla nostra libertà”. La Presidente ripercorre per un breve istante i fatti di Melito: “Subire una violenza è tra le cose più riprovevoli che possa subire una donna. Provate a immaginare se questo accade ad una bambina di 13 anni. Da parte di un branco, e per due anni. E' odioso. E’ inaccettabile. E lo è ancor di più perché tra gli stupratori, c’era il figlio di un boss. Lui si sentiva invincibile e intoccabile. Ma noi tutti, non lasceremo sola la giovane ragazza di Melito, nemmeno per un attimo”.
Il Ministro per le Pari Opportunità, Maria Elena Boschi, nel corso del suo intervento, ha ricordato Franca Viola e il suo sacrificio per far abolire la legge che prevedeva fino al 1981, l’“attenuante” del delitto passionale: “In tanti e insieme; tutti i livelli dello stato e della nostra comunità sono presenti. Quest’ oggi vogliamo condividere la responsabilità di dire basta a qualsiasi forma di violenza. Il mio grazie agli studenti. Grazie a Franca Viola che nel lontano 1965 non accettò il matrimonio riparatore. Fu la prima donna italiana a rifiutarlo. Violentata e sequestrata da 13 persone. Una volta liberata si rifiutò di sposare chi l’aveva violentata. Sconfiggendo la paura di dire no ad un mafioso. manifestazione contro la violenza donne5Divenne simbolo della crescita civile dell'Italia e dell'emancipazione delle donne italiane Grazie al suo coraggio si è arrivati ad un passaggio fondamentale per i diritti delle donne e contro reati di delitto passionale. Grazie alla ragazza di Melito Porto salvo che ha rotto il muro del silenzio”.
Antonella Veltri (centri antiviolenza), ha ribadito con forza e veemenza, tutta la disponibilità e tutto il sostegno alla ragazza di Melito. Soprattutto durante il processo, come costituzione di parte civile.
Rosy Bindi, Presidente della Commissione Anti Mafia, ha voluto esprimere con durezza e chiarezza il proprio sdegno verso chi ha deturpato la purezza di una bambina. “La ragazzina vittima di violenza, è stata privata del diritto di usare il suo nome. Oggi onoriamo il suo coraggio e la sua forza; ma non dobbiamo ignorare il contesto nel quale è avvenuto questo scempio. Questo episodio è stato possibile, grazie al condizionamento mafioso e non deve nasconderlo, né la Calabria e né l ‘intero Paese. C’è stata intimidazione e c’è stata violenza. C’èstata l’imposizione del silenzio e l’imposizione di omertà. Scaturendo un paradossale senso di colpa nella ragazza. manifestazione contro la violenza donneAltrettanto gravi sono risultati gli attestati di solidarietà alla famiglia mafiosa, piuttosto che alla famiglia della vittima della violenza. La ‘ndrangheta, la più potente delle mafie, non ha un codice di onore. Non rispetta né donne, né bambini. Non possiamo dimenticare Lea Garofalo o il piccolo Cocò”.
Infine ha preso la parola un visibilmente commosso Mario Oliverio, Presidente della Regione Calabria: “Questo evento era necessario dopo gli episodi di Melito. Era indispensabile di fronte a ciò che accade ogni giorno, quando le donne sono vittime di violenze con diverse specificità. Questa manifestazione l’ho fortemente voluta perché desideravo che da questa terra partisse un messaggio forte, di speranza. Mai più indifferenza, mai più omertà. Da questa terra sfregiata dalla ndrangheta, doveva partire un moto, da rivolgere all’Italia. E così è stato. La Calabria non si piega ma vuole costruire un futuro migliore per i propri giovani. La presenza di tanti giovani, oggi dimostra, che abbiamo fatto un’ottima scelta. Saremo promotori di un percorso culturale con le scuole, saremo animatori della capacità di tolleranza come fattore portante di civiltà. Oggi più che mai, siamo orgogliosi di essere calabresi, perché figli di una storia nobile”.