Il convegno “Maestri & Allievi della Scuola Formativa a Reggio nel secondo Dopoguerra”, ospitato nell’Aula Magna della Cittadella Universitaria ha ricucito un pezzo importante di storia culturale della città dello Stretto.
Alla presenza del prefetto Massimo Mariano; del rettore Marcello Zimbone e del direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Scienze Umane Massimiliano Ferrara, nei panni di relatori illustri, Felice Costabile, Raffaele Cananzi, Luciano Gerardis, Roberto Lucisano, Rosa Neto, Vincenzo Pedone, Natina Pratticò, Don Sasà Santoro e Antonino Spadaro hanno richiamato alla mente ed al cuore figure, oggi come ieri, sempre care alla comunità reggina, nonchè esempio per i giovani per costruire un futuro cristallino, trasparente e ricco di principi. Un confine nostalgico e suggestivo nel ricordo di Maestri che seppero sviluppare l’intelligenza critica, che infusero con il loro magistero il senso dello Stato e degli Allievi che l’acquisirono, fino al sacrificio della vita come nel caso del pubblico ministero della Cassazione Scopelliti. Questo il patrimonio racchiuso nelle storie di vita e professionali di Paolo Costabile, Federico Bianco, Michele Cappuccilli, Anna ed Enzo Ci-mino, Domenico Comi, Giacomo D’Africa, Rodolfo De Stefano, Augusto, Mario e Sebastiano Di Marco, Antonio Femiresa, Italo Falcomatà, Domenico Farias, Rocco Galante, Francesco Gangemi, Bruno Giordano, Giovanni Giordano, Mario Labate, Maria Mariotti, Giuseppina Montrone, Anna Ortoleva, Vincenzo Panuccio, Luigi Pasquino, Giuseppe Polimeni, Carmelo Restifo, Italo Rizzo, Antonino Scopelliti, Giuseppina Spadaro, Aurora Trigiani, Gilda Trisolini, Carmelo Turano, Carmelo Versace. “Il declino culturale, scientifico e tecnologico dell’Italia dopo gli anni Settanta del Novecento è dovuto alla dequalifica-zione del sistema di formazione e d’istruzione scolastica e universitaria, vittima di demagogia politica e di grigia buro-crazia ministeriale, fenomeno purtroppo non limitato al nostro paese ma comune al contesto europeo – ha sottolineato il professore Felice Costabile, in prima linea nel promuovere questa bella iniziativa-. La scuola del Dopoguerra ha prodotto generazioni, che hanno fatto entrare l’Italia nella modernità, capovolgendo letteralmente il sistema dei valori tradizionali e trasformando in diritti del cittadino quelli che erano comportamenti criminosi”.
Aggiunge Costabile: “Dalla sentenza della Corte Costituzionale del 1968 che depenalizzò l’adulterio, all’introduzione del divorzio nel 1970 convalidato dal referendum del 1974, all’abrogazione delle leggi che vietavano la vendita della pillola anticoncezionale nel 1976, alla legge che legittimò l’aborto nel 1978 confermata dal referendum del 1981, all’accesso della donna a tutte le professioni e alle forze armate e di polizia, all’estensione dell’assistenza sanitaria, quella scuola e quell’università formarono la coscienza critica dell’Italia laica”.