Wednesday, 15 January 2025

PIL Calabria, nella prima parte dell'anno crescita in linea con resto del Paese

Nella prima parte del 2024, l’economia calabrese è cresciuta dello 0,4%. In linea con il resto del Paese.

E’ quanto emerso dal rapporto della Banca d’Italia in relazione alla stima del PIL regionale.

Nell’aggiornamento congiunturale curato dalla filiale di Catanzaro, viene sottolineato come il tasso di occupazione è sì aumento ma in misura inferiore rispetto all’Italia e al Mezzogiorno. Nel dettaglio, il tasso di occupazione ha raggiunto il 44,3 per cento (era il 43,5 nello stesso periodo del 2023), per effetto anche dalla riduzione della popolazione in età da lavoro (15-64 anni), diminuita dello 0,4 per cento rispetto al primo semestre del 2023. Il divario del tasso di occupazione regionale dalla media nazionale è rimasto comunque ampio e costante (pari a 17 punti percentuali). L’aumento del numero di occupati si è associato ad una riduzione delle persone in cerca di un impiego; il tasso di disoccupazione è quindi diminuito al 15,4 per cento pur confermandosi superiore alla media del Mezzogiorno e doppio rispetto a quello nazionale. La partecipazione al mercato del lavoro è invece rimasta stabile: il tasso di attività si è attestato al 52,6 per cento, un valore analogo a quello del primo semestre 2023. L’incremento dell’occupazione ha riguardato prevalentemente le donne.

L'industria in senso stretto - si legge nel report - ha mostrato segnali di ripresa, sospinta principalmente dal comparto alimentare, che ha tratto vantaggio anche dall'aumento della domanda estera. Nel settore delle costruzioni è proseguita la fase espansiva del segmento delle opere pubbliche, che ha beneficiato degli interventi legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR); l'edilizia privata ha invece risentito del ridimensionamento degli interventi di riqualificazione connessi al Superbonus. L'espansione del settore terziario è stata frenata dalle difficoltà nel commercio al dettaglio.

La dinamica del credito bancario al settore privato non finanziario è divenuta lievemente negativa; la contrazione ha interessato i finanziamenti alle famiglie per l'acquisto dell'abitazione e soprattutto i prestiti alle imprese di piccola dimensione. La domanda è stata ancora frenata dall'elevato costo del credito, seppur in lieve calo; l'atteggiamento degli intermediari è stato improntato a una maggiore cautela. Il tasso di deterioramento dei crediti alle imprese è aumentato di poco, mantenendosi su livelli storicamente contenuti. Dopo la riduzione dello scorso anno, i depositi bancari delle famiglie sono tornati a crescere; è risultato ancora alto l'interesse verso le forme di risparmio maggiormente remunerative, soprattutto titoli di Stato e obbligazioni bancarie.