Volti scavati, occhi impauriti persi nel vuoto, corpi imprigionati dalla sofferenza. Immagini forti, pregne di riflessione profonde, non superficiali o di compassione.
La mostra fotografica “Tu Interni…Io Libero” di Gian Butturini, esposta a Catanzaro nello spazio “Corianolo Paparazzo” e presente nell’ambito dell’esposizione organizzata da Franco Mazza sul tema “La fotografia dell’Umano”, segue il delicato filo legato al disagio psichico delle persone che combattono quotidianamente contro il mostro che stringe in una morsa la loro anima. Quel mostro che Gian Buttarini, fotoreporter internazionale e poliedrico artista della comunicazione scomparso nel 2006, ha voluto tirare fuori attraverso un reportage fotografico (trasferito poi nel libro “Tu Interni…io Libero”), realizzato negli anni’70 nell’ospedale psichiatrico di Trieste, d’intesa con Franco Basaglia, promotore della riforma psichiatrica in Italia( legge Basaglia n.180 del 1978) che sancì 46 anni fa la chiusura dei manicomi riformando, così, il sistema di cura per il disagio mentale attraverso un approccio più diretto ed umano nell’assistenza ai pazienti psichiatrici. Niente più trattamenti elettrochoc, docce gelate o camicie di forza, ma innovativi metodi di cura ed ascolto nel rispetto della persona sofferente.
“Mio padre – ha spiegato a Calabriaonweb Marta Butturini – ha realizzato tantissimi reportage fotografici di vario genere con l’essere umano al centro, ma ha sempre dedicato una particolare attenzione verso le tematiche di forte impatto sociale, come il disagio psichico: dopo aver conosciuto Franco Basaglia, ha intrapreso con lo stesso tutto il percorso che ha portato, poi, alla stesura della legge Basaglia. Una foto scattata da mio padre a Basaglia è stata scelta da Poste Italiane per realizzare un francobollo commemorativo nel centenario della morte del noto psichiatra. Questo evento inorgoglisce la nostra famiglia. Papà era una persona molto profonda, portata a vivere il contatto umano in maniera diretta e così per realizzare il reportage fotografico ha voluto vivere quotidianamente la sofferenza umana presente nelle stanze dell’ospedale psichiatrico “San Giovanni” di Trieste. Le tantissime fotografie realizzate sono lo specchio fedele della passione smisurata che ha accompagnato mio padre nel documentare qualcosa di davvero straordinario per l’umanità. Le persone che si soffermano davanti alle fotografie mostrano vero coinvolgimento, si sentono toccate, provano tanta sensibilità. La mostra è itinerante. Sono felice che abbia toccato anche la Calabria nella tappa unica di Catanzaro, ma non è detto che in futuro si possa esporre in altre location calabresi”.
Franco Mazza, ideatore delle mostre dedicate al tema dell’umano non nasconde la sua soddisfazione per aver accolto una mostra così densa di particolari aspetti sociali. “Bisogna prendere coscienza – ha sottolineato Mazza – che non bisogna restare distaccati davanti a tematiche così forti, come quelle relative all’angoscia psichica. Le persone che vivono disagi mentali vanno aiutate dalla società di oggi, non devono essere discriminate”.