Il mondo della televisione per lui non ha segreti, ne conosce ogni meandro e la vive intensamente, con la profondità che solo la passione per il proprio lavoro può regalare.

E’ Massimo Lo Presti, autore televisivo Mediaset che, da oltre vent’anni lontano dalla sua città di origine, Reggio Calabria, scala il mondo televisivo internazionale. Non è la disoccupazione a portarlo fuori, come avviene nella maggior parte dei casi, ma l’ambizione, la volontà di realizzare i propri sogni, senza accontentarsi di ciò che gli viene servito. E Lo Presti si butta a capofitto in queste esperienze, affascinanti e avvincenti, che la vita gli regala generosamente, tra Londra e Milano, da Mtv a Canale 5.
Lei è nel mondo dello spettacolo, possiamo dire, da sempre. Gli albori…
“Londra. E’ la Londra degli anni 90 che mi accoglie. Lei era il centro del fermento a quei tempi, era il top”.
Trova subito un lavoro?
“Si, la mia prima esperienza è in una casa discografica, la Universal, come assistente-capo promozione”.
Quindi entra subito nel mondo della musica? E di cosa si occupa precisamente?
“Insieme al mio capo accompagnavo gli artisti della casa discografica nei vari programmi televisivi”.

Quando e come avviene la svolta?
“Una sera, nel corso di una classicissima cena tra colleghi e amici che appartenevano a quel mondo, mi dicono che sul The Guardian c’era un annuncio, che avrebbero aperto Mtv Italia e stavano cercando persone per il nuovo canale. Non ci penso 2 volte, mando il curriculum e vado a fare il colloquio. Mi chiamano per una prova di 7 giorni. Sette giorni che, poi, si trasformano in 16 anni”.
Una settimana? Ha lasciato la Universal per fare una settimana di prova? Nessuna paura di mollare il certo per l’incerto?

“No. Si trattava di Mtv Italia! C’era da giocarsi tutto e io mi sono sentito di farlo. E poi la parola Italia mi dava quella sensazione di casa, di protezione, che non mi ha fatto tentennare neanche per un attimo”.
Che ruoli ha ricoperto in Mtv?
“Appena arrivato ero assistente di produzione. Prima di andar via, 16 anni più tardi, ero curatore di rete”.
Cioè?
“Una specie di Capo struttura della rete. Ne seguivo le produzioni, creavo i team scegliendo gli autori delle varie trasmissioni”.
Un ruolo importante e di responsabilità…
“Eh già”.
Ma poi Mtv cambia volto…
“Si, dopo 16 anni. Non è più una tv musicale che produce, ma una tv con programmi di acquisizione. Inizio a riflettere, mi chiedevo dove stessimo andando, e la risposta che mi davo non era consolante… I programmi chiudevano, uno per uno. Ecco che inizio a guardarmi intorno”.
E cosa ha visto lì intorno?

“Subito niente di che, ma lascio comunque Mtv nel dicembre del 2012. Inizio a fare cose diverse finché arrivo, dopo 1 anno, a Mediaset”.
Quindi passa dall’eccellenza nell’ambito delle reti musicali, all’eccellenza nell’ambito delle tv commerciali… Cosa ha pensato calcando le quinte della tv, o meglio, le redazioni?
“Ah ecco! E’ questa la Televisone!”.
Cioè?
“Mtv era un mondo a parte, così come le persone che ci lavoravano”.
Si spieghi meglio, siamo curiosi di capire il mondo Mtv e il mondo Mediaset.
“Mediaset è una televisione commerciale, e tutto si gioca attorno a questo. Tutto dipende da questo, ogni scelta. Mediaset è un’azienda super strutturata che ha fatto la storia della tv italiana. Mtv era un’icona della musica, un punto fermo, talmente fermo che poteva permettersi di rispondere solo a logiche di cultura musicale, anche se totalmente indipendenti da share, ascolti e pubblicità. Tutti passavano di lì, big nazionali ed internazionali. Il brand batteva i numeri. Era e restava Mtv”.
Un abisso insomma.
“Si. Reset totale. Ora ciò che conta è lo share”.
E’ una cosa negativa?
“Assolutamente no. Anzi, per noi il pubblico è ciò che conta di più. Noi proponiamo ciò che lo spettatore desidera vedere. Il pubblico è sovrano”.
Quindi è passato dalla musica all’intrattenimento puro? Quali trasmissioni ha curato in Mediaset?

“Ho cambiato completamente genere, ho iniziato, nel 2014 con “La strada dei miracoli”, seguendone tutto il ciclo di 3 serie”.
Che approccio ha avuto con argomentazioni così diverse?
“C’era da studiare e imparare. E’ stato molto interessante, come tornare all’università. D’altronde credo che un autore debba riuscire ad adattarsi ad ogni settore attraverso l’aggiornamento, l’impegno e lo studio. Inoltre questa esperienza è servita a farmi comprendere qual è la mia strada”.
Poi?
“Poi una breve parentesi di ritorno alle origini, Top Dj, in onda su Italia Uno”.
E poi, la anticipo, arriva a lavorare con la regina degli ascolti… Barbara D’Urso?
“Esattamente. Per due anni. Due edizioni complete di Domenica Live”.
Barbara D’Urso è un’icona della tv. Due parole su di lei?
“E’ bravissima e professionale. Niente le sfugge. E’ un turbine, instancabile”.
Quindi si ferma al genere infotainment?
“Si. Per me qui a Mediaset è come una seconda vita”.
Difficoltà? Ambiente ostile?
“No, però ci sono degli equilibri importanti da mantenere. Qui si risponde di ciò che si scrive; senti che hai tanti occhi puntati addosso. Anche se non ho più vent’anni ed arrivo con un bel bagaglio di esperienza ci vogliono spalle larghe”.
Qual è il bello di lavorare in questo settore o, comunque, a Mediaset?
“Il contatto con tantissime persone. E’ bello conoscere tutti coloro che fanno parte di questo straordinario mondo, in redazione e di fronte alle telecamere. Impari a distinguere tra persone e personaggi, con i loro pregi e i loro difetti, come tutti. E’ interessante conoscere le variegate personalità di ognuno di loro, studiare il loro approccio, la loro spontaneità, che ti è chiara sin dal primo ingresso in studio. Il back stage è certamente la cosa più divertente da vivere”.
E quest’anno passa a Verissimo, con Silvia Toffanin?

“Si, molto bello lavorare con lei. E’ una persona molto tranquilla e preparata. Gli ospiti sono particolarmente felici di partecipare alla sua trasmissione”.
In questo tripudio di belle esperienze, professionali e di vita, non si fa mancare neanche il web, vero?
Verissimo! (ogni riferimento è puramente casuale, ndr). Nel 2017 e nel 2018 sono stato direttore artistico e regista dell'evento ufficiale "You Tube" sempre a Milano. Sono particolarmente contento di ricordare questa cosa, fare le riunioni in Google (proprietaria di YouTube, ndr.) è stato come tornare nella magica atmosfera londinese di Mtv.
Siamo giunti al termine della nostra chiacchierata, devo porle una domanda che non può assolutamente mancare, e sono certa che lei se la aspetta… La sua città, Reggio Calabria, le manca?
“Devo ammetterlo, non più… nella quotidianità almeno. Vivo fuori da tanto tempo, ma non perdo occasione per tornarci. A Reggio ho la mia famiglia, i ricordi di gioventù, le mie origini. Quando ho delle pause sono sempre in riva allo Stretto e non perdo occasione per portarci i miei amici. Mi sento reggino al 100 per 100 e delle volte soffro nel vedere che non tutti i cittadini la rispettano e la amano come dovrebbero. Mi auguro che un giorno capiscano che Reggio, e la Calabria tutta, rappresentano la loro casa, la casa che sarà dei loro figli e spero imparino a tutelarla, a curarla, con amore e senso civico, come lei merita”.